Malala Yousafzai, premio Nobel per la Pace nel 2014 e premio Sacharov per la libertà di pensiero nel 2013, è una ragazza di soli 17 anni che da tempo si batte affinché le sue coetanee dei paesi musulmani possano avere un’istruzione adeguata e maggiori diritti. È diventata famosa nel 2009, all’età di 11 anni, per avere scritto un testo nel suo blog personale in cui parlava dei roghi alle scuole femminili di Mingora, nella valle dello Swat, da parte dei talebani, pubblicato sul sito della BBC e poi diffuso in tutto il Pakistan. Nel giro di poco tempo la sua storia è stata raccontata dai giornali internazionali e resa così nota in tutto il mondo.

La sua fama le ha creato, purtroppo, non pochi nemici. Nell’ottobre del 2012 Malala fu vittima di un attentato mentre tornava a casa da scuola e fu colpita alla testa da proiettile. Per fortuna la ragazza si salvò e venne portata a Birmingham in Inghilterra per ottenere le giuste cure e coronare il suo sogno di andare a scuola. L’attacco fu rivendicato da organizzazioni di matrice talebana, che l’accusavano di aver diffuso il ”secolarismo” nella sua zona e di essere responsabile dell’aver diffuso ”oscenità”.

Nonostante tutto la giovane non si è arresa e ha continuato con il suo attivismo e impegno sociale. Nel 2013 la Yousafzai tenne un discorso all’Assemblea della Gioventù delle Nazioni Unite a New York, in cui parlava della condizione femminile nel suo paese. La ragazza ha spiegato che ”i libri e le penne sono le armi più potenti” e che ”l’educazione è l’unica soluzione”. Il suo discorso ottenne molto consenso tra i presenti e non solo, in quanto venne diffuso dai media e su vari siti internet.

Malala è diventata in poco tempo la paladina di tutte le donne che sognano di studiare e di riuscire a realizzare le proprie ambizioni, ma sottomesse ai loro uomini e a leggi che vietano loro di farlo. Un’icona per loro. Un esempio per tutti.

Vincenzo Nicoletti

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