È il 4 novembre 2014, girone B della Champions League, e si sta giocando FC BaselLudogorets. Al 34′, Fabian Frei imbecca al limite dell’area il numero 36, che controlla di petto, si libera con il fisico di Terziev e buca Stoyanov sotto le gambe per l’uno a zero degli elvetici. È la partita che porta alla ribalta Breel Donald Embolo in Europa, nella quale diventa il 6° marcatore più giovane della competizioni all’età di 17 anni e 263 giorni e dove sigla anche un assist per il 3-0 di Gashi.

La sua storia però inizia prima di quella serata di Champions. Embolo nasce il 14/02/1997 nella città di Yaoundé, Camerun, ma all’età di 6 anni sua madre decide di spostarsi con i figli a Basilea, convinta che in Africa non ci sarebbe stato futuro per i due bambini. Inizia a tirare i primi calci a 9 anni, nella scuola calcio del Nordstern, dove già metteva in mostra tutte le sue capacità, ma peccava di egoismo.

Riguardo quel periodo, il suo allenatore all’epoca, Mark Muller, dice: “Era un giocatore individualista. Ho dovuto insegnargli che la squadra non consisteva solo in Breel Embolo“. Lo stesso Embolo ricorda come quell’episodio lo abbia disciplinato: “L’allenatore mi mise in panchina per tre settimane consecutive, poi prese carta e penna e scrisse una lettera a mia madre. Un ultimatum: o mi mettevo in riga o ero fuori. Sono tuttora grato a quella persona per avermi dato un’altra chance“.

Dopo il periodo al Nordstern, passa due anni all’Old Boys, per poi trasferirsi nel 2010 nel sistema giovanile del FC Basel, con il quale vince per due anni il campionato U-16 e firma il primo contratto da professionista all’età di 16 anni. Intanto la Federazione Svizzera ha già messo gli occhi sul ragazzo e, nonostante non fosse ancora in possesso del passaporto svizzero, viene comunque convocato nella Nazionale U16 e successivamente con l’U20 e l’U21. Il Camerun ci ha provato con insistenza, soprattutto dopo quella serata di Champions, ma lui ha sempre voluto solo la Svizzera.

Sono un ragazzo di Basilea. Sono cresciuto qui ed ho sempre giocato qui

[Breel Embolo]

L’esordio con la prima squadra arriva un mese dopo i suoi 17 anni, sotto la gestione di Murat Yakin, all’85’ nella partita contro l’Aarau. Gli bastano 3′ per farsi imbeccare con un lancio e segnare il primo gol tra i professionisti. Un gol che potrebbe diventare quasi un marchio di fabbrica per Embolo: si libera con il fisico del difensore in area e tira nell’angolo.

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È però sotto la gestione di Paulo Sousa, nella stagione 14/15, che Embolo diventa pilastro della squadra. Dopo il primo periodo passato tra seconda squadra e panchina (dove peraltro aveva già siglato un gol in campionato, sempre contro l’Aarau), l’allenatore portoghese gli dà fiducia e gli concede una maglia da titolare, al fianco di Streller. Gioca una stagione straordinaria, al di là del famoso gol al Ludogorets, chiusa con 39 presenze, 17 gol e 13 assist. Cifre da capogiro per un ragazzo della sua età.

L’esordio in Nazionale, infatti, non tarda ad arrivare. Il Ct Petkovic lo convoca e lo fa esordire contro gli Stati Uniti, nel marzo 2015. Sarà fondamentale nel cammino degli elvetici verso Euro 2016, con 4 assist, in partite fondamentali come quella con l’Estonia, la Slovenia e la Lituania, ed un gol su rigore contro San Marino.

Embolo esulta dopo il gol contro S. Marino

Ha dichiarato di ispirarsi a Mario Balotelli, con il quale condivide l’abilità di saper difendere il pallone tra i difensori, grazie ai suoi 185cm. Dotato di una progressione straordinaria palla al piede, alla quale unisce una buonissima tecnica di base, Embolo è a tutti gli effetti una punta centrale ma viene spesso schierato anche come esterno d’attacco dal suo nuovo allenatore Urs Fischer, cosa che limita leggermente il suo rendimento in zona gol, ma che lo rende importantissimo nella manovra. Unico difetto sembra essere la costanza nei 90 minuti, nei quali ogni tanto sembra spegnersi un po’, ma è assolutamente un predestinato. Non è un caso che Juventus, Real, Bayern e Wolfsburg (con questi ultimi che hanno offerto 27 mln nel gennaio 2016, prontamente respinti) gli abbiano messo gli occhi addosso.

Per ora Breel rimane a Basilea, a giocarsi l’Europa League ed il campionato, sperando in una (probabile) convocazione agli Europei, ma il ragazzo di Yaoundé ha tutte le carte in regola per imporsi a qualsiasi livello.

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Andrea Esposito