Diritto di parola sotto processo“: il titolo del manifesto echeggia, ormai, dalla lontana stagione in cui Erri de Luca fu incriminato per l’istigazione al sabotaggio.

Poi il 19 Ottobre il Tribunale di Torino si silenzia col discorso letto a voce rotta dallo scrittore accusato.
Anche l’Italia pronta a schierarsi contro la censura ascolta e condivide sul fatto che: “la Tav va sabotata

Erri dice così: “Con­cludo con­fer­mando la mia con­vin­zione che la linea di sedi­cente alta velo­cità in Val di Susa va osta­co­lata, impe­dita, intral­ciata, dun­que sabo­tata per la legit­tima difesa della salute, del suolo, dell’aria, dell’acqua di una comu­nità minacciata.”

In seguito viene assolto perché il fatto non sussiste: queste le dichiarazioni della magistratura come capitolazione di un processo che, tutt’ora, agisce da manipolatore mediatico per marginalizzare lo scontro in atto fra gli abitanti della Val Susa e le istituzioni.

“L’arroganza della politica e la violenza delle istituzioni si legittimano tra di loro, nel tentativo mal riuscito in tutti questi anni di piegare la nostra volontà a suon di militarizzazione del territorio, minacce, ricatti, denunce, processi e galera.”

“Anche la galera” si legge in un comunicato del Movimento No Tav: quella che in effetti ancora rischiano Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, processati il 15 Ottobre in secondo grado con l’imputazione di terrorismo, seppur l’accusa era già stata fatta cadere dalla Corte nella sentenza di primo grado. La prossima udienza è fissata per il 30 Novembre.

notavE se da un lato viene mostrata l’impellenza di reagire contro un codice di derivazione fascista che ritorna ad opprimere l’opinione di un intellettuale, appellandosi al reato di istigazione, d’altro canto non sarebbe coerente limitare l’intervento di difesa e di vittoria odierna per la libertà di parola, ma soprattutto per auspicare quella rivoluzione dello stato attuale partendo dalla controinformazione su ciò che rappresentano i No Tav.

Oggi la Tav va contrastata ma sono in pochi a sabotare, e chi può farlo ne risente delle conseguenze, con la repressione e la violenza mediatica: ciò è dimostrato dai numerosi arresti eseguiti negli anni e alle denunce di criminalità contro il movimento No Tav, che invece rappresenta il fronte contrapposto ai criminali, i quali devastano e saccheggiano i territori alla conquista del profitto privato coi soldi pubblici.

Alessandra Mincone

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