È Reggio Emilia una delle città italiane maggiormente all’avanguardia per quanto riguarda i dati relativi a unioni civili e convivenze. È quanto emerge dall’analisi dei dati registrati in Comune nel corso dell’ultimo anno.

Tutti i numeri

Nel 2016 nella città emiliana si sono celebrate ben 26 unioni civili e il 2017 si prepara ad affiancare il successo dell’anno precedente: a oggi sono già 22 quelle registrate. A Reggio Emilia, d’altra parte, dopo l’approvazione della Legge Cirinnà, è stata celebrata anche la prima unione civile tra persone dello stesso sesso: era l’agosto scorso e pronunciare il sì sono stati Piergiorgio Paterlini e Marco Sotgiu. Tra i primati che la città può vantare anche quello di aver fatto da scenario per la prima unione civile con una persona transessuale. In aumento anche le convivenze di fatto: nel 2016 sono state ben 33, a oggi invece se ne contano già 25.

«La laicità – spiega il vicesindaco e assessore al Welfare Matteo Sassi in un’intervista a un quotidiano locale – è un prerequisito per un ordinamento che si voglia dire realmente democratico. La società laica e plurale è l’unica che può consentire un pieno riconoscimento delle diverse culture ma anche e soprattutto un pieno sviluppo delle potenzialità di ciascuna persona. E da questo punto di vista i diritti civili e le libertà fondamentali sono espressione di queste potenzialità».

Tutte le differenze

A definire con precisione le differenze che intercorrono tra queste due tipologie di unione è proprio la stessa Legge Cirinnà. In entrambi i casi è bene, però, farsi affiancare da un consulente esperto, un legale, per comprendere a pieno i pro e i contro della propria scelta. È così, ad esempio, per chi sceglie i contratti di convivenza, il portale Avvocatoaccanto mette a disposizione dei cittadini una ampia scelta di esperti a cui rivolgersi.

Provando a definire le due tipologie di forme giuridiche, la prima, ossia l’unione civile, è quella che intercorre quando siamo in presenza di formazioni sociali costituite da persone maggiorenni dello stesso sesso, mentre la convivenza fa riferimento a quelle coppie formate da due persone maggiorenni, sia etero che omosessuali, che sono unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, che non sono vincolate da rapporti di parentela, affinità, adozione, matrimonio o un’unione civile.

Spazio anche al testamento biologico

Reggio Emilia è avanti rispetto al resto del Paese anche per quanto riguarda i temi legati al testamento biologico, questione scottante che più di una volta ha infiammato il dibattito pubblico nazionale. Nella città emiliana il registro per questo servizio è aperto dal 2010 e in sette anni la risposta della cittadinanza è stata chiara: sono stati 361 i testamenti biologici depositati.

È ancora Sassi a spiegare l’importanza di questa iniziativa: «Nel 2010 con una delibera il Comune ha creato il registro del testamento biologico sulla scorta di un percorso politico partecipato con diversi comitati cittadini, fra i quali Dar Voce e Iniziativa laica. È vero che non ci sta una norma nazionale che dia piena attuazione alle ultime volontà di ognuno di noi sul fine vita, ma è altrettanto vero che nessuna legge vieta di creare un pubblico registro per custodirle. In questo modo, davanti a un ipotetico contenzioso giuridico, i familiari e il medico hanno una tutela in più».

Anna Capuano

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