La Masseria Antonio Esposito Ferraioli inizia a muovere i primi passi per il riscatto della Città di Afragola.

La storia di questa nuova realtà del Napoletano ha inizio circa 20 anni fa, con la confisca del terreno di 150 mila metri quadrati, sul quale sorge: la masseria era in passato un fortino dei killer del clan Magliulo, capeggiato da Vincenzo Magliulo, noto come “l’ingegnere della camorra”, ex-assessore nelle file della Democrazia Cristiana; arrestato nel 1989, fu tra i principali responsabili delle sanguinose faide di camorra con la cosca rivale dei Moccia, a cavallo tra gli anni ’60 e ’80, causando circa 30 vittime.

Dopo un silenzio diventato oblio di cui alcuni abusivi che hanno approfittato per appropriarsi della zona e coltivare pesche vendute all’ingrosso, la politica cittadina torna ad occuparsi della destinazione dell’area con l’amministrazione Tuccillo.

Con un’operazione guidata dal comandante della polizia municipale afragolese, Luigi Maiello, nel 2014 è avvenuto il sequestro dell’azienda agricola abusiva sorta nel pescheto; successivamente, con l’evento  Ripartiamo dal ‘bene’, le 5 tonnellate di frutta sequestrate sono state distribuite alla popolazione, attraverso le parrocchie e le associazioni di volontariato, tra le quali Libera.

Tuttavia la scoperta dell’azienda agricola, la cui denuncia è stata fatta dalla stessa Libera 2 anni prima del sequestro, non è stato l’unico episodio delle illegalità sorte in passato nell’attuale Masseria Antonio Esposito Ferraioli.

Nel 2008 l’amministrazione Nespoli aveva affidato la gestione del pescheto ad una cooperativa agricola, finita poi nel mirino della procura di Santa Maria Capua Vetere.

In conseguenza di questi episodi, nel 2014 la giunta Tuccillo ha redatto un regolamento per la gestione dei beni confiscati alla camorra, approvata in consiglio comunale all’unanimità.

«Tra i primi comuni in Campania, Afragola si dota di un regolamento vero e proprio che servirà a procedere celermente all’affidamento dei beni sottratti alla criminalità per iniziative di utilità sociale», è quanto ha dichiarato lo stesso sindaco durante l’approvazione.

All’approvazione sono seguiti 2 anni di modifiche e integrazione al regolamento, fino alla sua attuazione, oggetto di continuo lavoro, in cui però non si è impedita la pubblicazione del bando di assegnazione della Masseria nell’agosto 2015.

Un processo sicuramente lento, in cui il partenariato guidato dal Consorzio Terzo Settore ha trovato nel Comune di Afragola «un interlocutore intransigente, rigoroso e trasparente, che assicurasse che l’assegnazione dell’area avvenisse con tutti i crismi».

Sono queste le prime dichiarazioni a Libero Pensiero News di Gianluca Torelli, a nome della Masseria Antonio Esposito Ferraioli.

«L’azione del Comune si è posta a garanzia di trasparenza e legalità, oltre che nel segno dell’efficacia amministrativa: anche i 2 passaggi di integrazione dei documenti sono avvenuti in virtù di questi presupposti, comunque in un rapporto di collaborazione e vicinanza.»

Come ci spiega Gianluca, la partnership che vede Terzo Settore capofila, si basa sull’integrazione dei diversi ruoli delle altre associazioni coinvolte nel progetto: la Cooperativa “Giancarlo Siani” (di cui fa parte l’omonima radio) che gestisce la comunicazione; l’associazione di volontariato “Sott’e’ncoppa” che si occupa del commercio solidale; la Cooperativa “L’uomo e il legno”, nata nel quartiere di Scampia, che curerà, in base alla sua mission, i progetti che prevedono l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate e migranti, tramite il lavoro artiginale – e secondo tradizione – del legno; poi c’è Terzo Settore, che si occupa di svariate attività sociali, tra cui l’assistenza familiare e materno infantile.

Ma l’elemento caratterizzante la Masseria Antonio Esposito Ferraioli è il partenariato con la Cgil dell’area metropolitana di Napoli.

Lo storico sindacato, che non potrà prendere parte direttamente ai lavori dell’ex-Magliulo, avrà un ruolo di coordinamento e di pianificazione delle attività, frutto di riunioni partecipate con la cittadinanza, sia essa riunita in associazioni o composta da singoli cittadini o attivisti.

Inoltre, è la stessa presenza della Cgil a reintitolare la Masseria.

Antonio Esposito Ferraioli era un suo delegato sindacale, ucciso dalla camorra: la sua “colpa” è stata averne denunciato il business alla Fatme, grande azienda elettronica di Pagani (Salerno), facendo arrivare carni avariate alla mensa, in cui Tonino lavorava.

Su questo, Torelli spiega:

“intitolando la mensa a Esposito Ferraioli, vogliamo tramandare la sua memoria nei settori dell’alimentazione e della ristorazione.
Quando c’è stato l’incontro col fratello di Tonino, per renderlo partecipe del progetto, ci ha riferito che la cosa più preziosa che gli ha lasciato è stata un libro di ricette.

Ed è per tutto questo che noi, nella Masseria che porta il suo nome, vogliamo far rivivere le sue ricette.

Ma la partecipazione della Cgil è dovuta anche allo scopo di sottrarre, con la nostra attività, manovalanza alla camorra che recluta soprattutto giovani, in una città in cui il tasso di disoccupazione giovanile è salito al 60%, venendo meno la dignità della persona.
Se riusciamo a dare lavoro, anche col nostro contributo, attraverso il riuso delle aziende confiscate, questa manovalanza si riduce”.

Il discorso tocca poi l’imminente annuncio, a giorni, delle prime attività.

Frutto delle assemblee partecipate con la cittadinanza, a scadenza bisettimanale, hanno già coinvolto diverse scuole di Afragola, che hanno portato a pensare a un primo calendario di iniziative: particolare attenzione meritano i progetti, in rampa di lancio, sul recupero della memoria collettiva della vasta area del pescheto, che passa anche per un recupero della sua memoria visiva.

Gianluca termina le sue dichiarazioni rivolgendo un appello agli afragolesi a contribuire con nuove idee e a vivere la Masseria Antonio Esposito Ferraioli, perché il territorio non sia spettatore passivo, ma si riappropri di ciò che gli è stato ingiustamente strappato.

Perché ad Afragola la camorra ha perso. Ed è tempo di scrivere nuove pagine della sua storia.

Eduardo Danzet

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