Il nuovo Superman è bisex
Superman e Jay Nakamura. Fonte immagine: www.dccomics.com

Durante il Coming Out Day, che negli Stati Uniti ricorre l’11 ottobre, è stato annunciato dalla DC Comics, la casa produttrice dei nostri supereroi preferiti, il coming out del nuovo Superman, figlio di Clark Kent e Lois Lane. Ha fatto scalpore l’anteprima delle tavole che mostrano l’eroe baciare un uomo, l’amico e giornalista Jay Nakamura, dichiarando così la sua bisessualità.

Clark Kent lascia il testimone al figlio, e con esso il portato culturale di un mondo che cambia, che evolve instancabile a ritmi frenetici. La contemporaneità è sconvolta da diversi stravolgimenti che ne minano le fondamenta: dal cambiamento climatico alla integrazione della comunità queer nelle società occidentali, dalla iperconnessione alla pandemia globale, il nostro mondo è sconquassato dalle innovazioni, e la cultura si adegua alle trasformazioni che osserva intorno a sé. Tra i settori culturali che hanno deciso di adattarsi alle tendenze in corso c’è anche il mondo dei fumetti, che con Jon Kent sceglie di continuare il suo processo di innovazione culturale e dare alla comunità queer un altro idolo: il nuovo Superman sarà bisessuale e l’annuncio da parte degli autori cade in un giorno particolare per la società americana, il Coming Out Day, nato per celebrare le varie sfumature identitarie e per sensibilizzare la popolazione sui problemi che ogni giorno vive chi appartiene alla comunità LGBTQIA+.  

Ed è proprio sulla questione identitaria che si sofferma la riflessione degli autori: la loro scelta (chiaramente ideologica e politica) mira a inserirsi all’interno del processo di integrazione nelle dinamiche sociali della popolazione queer, e quindi ad abbattere i pregiudizi associati alla figura del supereroe, che nell’immaginario collettivo assume i tratti del maschio bianco ed eterosessuale, possibilmente dal fisico prestante e atletico. Il fatto che Superman sia bisessuale, permette anche a chi non risponde ai canoni dell’eteronormatività, generalmente associati ai supereroi, di identificarsi con questi.

Attenzione però, perché il rischio di cadere nelle dinamiche distorte del rainbow washing è dietro l’angolo: la DC Comics si inserisce in questo modo nell’ampio panorama di aziende e marchi pubblicitari che hanno mostrato e dichiarato il proprio appoggio alla comunità LGBTQIA+ in più di un’occasione, specialmente durante quel periodo dell’anno, il pride month, in cui il mondo celebra e ricorda i Moti di Stonewall e l’orgoglio gay. Numerose aziende esprimono il loro appoggio alla comunità queer rivestendo il proprio logo dei colori dell’arcobaleno che caratterizzano la bandiera gay, allargando così il proprio mercato ad un pubblico più ampio ed agendo in contraddizione con il sostegno finanziario dato a partiti ed organizzazioni omofobe. Sicuramente non è questo il caso della DC, ma è importante sottolineare che nella società del consumismo e del profitto a ogni costo, nulla o quasi viene sottratto alle logiche di mercato, per cui è apprezzabile lo sforzo da parte della casa editrice di integrazione e il tentativo nobile di cambiare le tendenze culturali, ma bisogna avere ben chiara la necessità, per ottenere un cambiamento radicale anche all’interno della cultura, di un’inversione di rotta sul piano del sistema politico e sociale.

Giulia Imbimbo

Nata a Napoli a ridosso del nuovo millennio, sono una studentessa di Lettere Moderne, divoratrice di album e libri. Credo nella capacità della cultura umanistica e dell'espressione artistica di rifondare i valori della società contemporanea.

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