Giovedì sera tra le mura della sezione nocerina di Polis Sa, ha avuto luogo un incontro tra il neoeletto Mario Rosario D’Angelo, 42enne avvocato di Sarno, nuovo commissario del Consorzio di Bonifica, e la stampa locale.

Le domande poste al commissario ruotavano attorno a chiarimenti in merito alla figura del consorzio stesso, perché, inutile negarlo, i cittadini non sanno in maniera precisa quali competenze spettano all’ente e quali al Genio Civile.
Inoltre, lo scorso mese si sono verificati eventi che hanno riportato alla memoria il tragico allagamento avvenuto a Sarno ben 18 anni fa, benché le responsabilità del consorzio siano limitate alla pulizia dell’erba e dei canneti, dei canali per l’irrigazione dei campi e delle vasche di sedimentazione (teoricamente un 5%).

Si apprende che dal 2010 non sono stati più strutturati fondi da destinare alla bonifica e che i consorzi adesso vivono grazie ai tributi dei contribuenti. Il 60% dell’agro nocerino sarnese è soggetto a frane e alluvioni: materiale piroclastico compone il terreno, che reagisce formando una “piscina” nel momento in cui le piogge precipitano sulla roccia calcarea (frana lavica, ndr), un mix di acqua e fango particolarmente pericoloso e all’epoca dei fatti, nel 1998, conosciuto solamente in Giappone.

consorzio-di-bonifica-e1414495113286 (1)L’avvocato D’Angelo comunica che è in programma un comunicato congiunto con i sindaci dei comuni della zona per definire le priorità di ciascuno e poter, pertanto, accedere ai finanziamenti. Le parole d’ordine sono Rigore – Trasparenza – Risparmio. Fa, giustamente, notare che questo consorzio è attualmente il più grande esistente in provincia, nonché una risorsa per il territorio.

Per chiarire ogni dubbio: il consorzio è soggetto a controllo pubblico anche se non lo è completamente; le elezioni avvengono per censo ed il consiglio viene composto da rappresentanze di gruppi di interesse (stando ad una legge degli anni Trenta); con la legge 231 del 2001 la gestione, in un anno, diventerà trasparente; attraverso l’appicazione del Protocollo Cantone (ovvero il Programma Triennale per la Trasparenza e l’Integrità, PTTI, il Piano Triennale di Prevenzione per la Corruzione, PTPC, nonché il Codice di comportamento dell’amministrazione).

Sul Caso Sarno, sulle contestazioni di Legambiente e del comitato #NoVasche in materia di vasche di laminazione, sulla volontà dell’Arcadis di non produrre le analisi, sulla mancanza di un divieto di coltivazione, sui 2 euro al mq concessi per prevenire l’alluvione, di fatto espropriando il terreno, D’Angelo non si espone, risponde semplicemente dicendo che “idraulicamente non è fatto male il progetto (visto che è stato creato da ingegneri idraulici)“.
Intanto, i dipendenti non ricevono paga da ben 5 mesi e alla manifestazione di Venerdì non sono mancante le tensioni (ne parla PuntoAgroNews).

Sorge spontanea la domanda: perché non vengono previsti dei tirocini per i futuri ingegneri, delle discipline complementari alla didattica, che insegnino l’importanza delle bonifiche ed il rispetto per la dignità delle persone?

Sara C. Santoriello

 

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