Polizia.
Fonte immagine: Pixabay.

Il mese scorso la Francia è stata teatro di scene di violenza cittadina. Il caso, conseguenza dell’uccisione di un diciassettenne per mano di un rappresentante delle forze dell’ordine, ha suscitato reazioni anche dalle cariche dello Stato italiano.

Cosa è successo a Nahel M.

A Nanterre, in Francia, il diciasettenne Nahel M. era alla guida di un’autovettura – prestata, testimonia uno dei due passeggeri a bordo – quando è stato raggiunto da due poliziotti e al semaforo rosso gli è stato ordinato di fermarsi. Un video diffuso in rete ha registrato il rumore di uno sparo: l’autovettura di Nahel M., ripartita al semaforo, era stata raggiunta da quella dei poliziotti e, avanzata di qualche metro, ha subito il colpo e si è schiantata a lato della strada.

La morte del giovane ha riaperto la questione della violenza come strumento di potere dei rappresentanti dell’ordine.
Nelle fasi successive all’uccisione di Nahel M. molteplici episodi di proteste cittadine hanno toccato le maggiori città della Francia. A Lione, Marsiglia, Montpellier e Strasburgo i manifestanti hanno saccheggiato negozi, assalito e dato fuoco ai mezzi di trasporto – a Marsiglia alcuni motorini sono stati infiammati –, approfittato dell’assenza del sindaco Vincent Jeanbrun e attaccato la sua abitazione. In risposta, i poliziotti hanno azionato gas lacrimogeni e proceduto agli arresti dei rivoltosi.

Salvini, scene intollerabili di violenza

Le violenze francesi sono “scene e scenari intollerabili in un Paese occidentale, nel cuore della società europea”. Così il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha descritto gli eventi. “Una spirale di violenza alimentata anche dalla solita, estrema, vigliacca sinistra, risultato di anni di errori e follie ideologiche in tema di immigrazione, soprattutto islamica, di permissivismo giudiziario, di banlieue in mano alla criminalità, di tolleranza verso comportamenti inaccettabili. Siamo in Occidente o all’inferno?”, ha aggiunto il ministro, esprimendo una preghiera per il ragazzo ucciso e un augurio ad un giudizio senza sconti per l’agente responsabile della sua morte. Un episodio che, tuttavia, “non può giustificare la guerriglia urbana, l’aggressione alle forze dell’ordine e ai vigili del fuoco, l’attacco ai municipi, l’incendio di scuole e autobus, il saccheggio dei negozi“. “C’è un governo di centrodestra, di cui faccio fieramente parte, che è stato scelto dagli italiani. La mia proposta è: ‘facciamo in Europa quello che stiamo facendo in Italia’, non capisco perché qualcuno dica no. Le Pen guida il primo partito in Francia ed è un’alleata solida e strutturata, spero che nessuno dica no, in Forza Italia e in Fratelli d’Italia, per un’alleanza di centrodestra anche in Europa”, ha sottolineato. “La Francia è in fiamme e sotto attacco da giorni, come fa qualcuno del centrodestra a preferire la sinistra o Macron o a Le Pen. Io mi auguro che nessuno in Fratelli d’Italia e Forza Italia dica ‘no’ e preferisca una maggioranza Ursula perché l’Europa la cambio con Le Pen, non con i socialisti e Macron“, ha ammonito Matteo Salvini.

La Francia come Ferguson 2014

L’epilogo della vicenda di Nahel M. ricorda quello della storia del diciottenne Michael Brown, cittadino di Ferguson, morto nel 2014 per mano di un poliziotto. L’episodio funse da gancio alla diffusione di mobilitazioni di massa contro la violenza perpetuata della polizia. All’indomani dell’uccisione di Brown, Ferguson si fece palcoscenico di proteste andate avanti all’incirca per una settimana e terreno di numerosi scontri tra manifestanti e poliziotti. Magazzini saccheggiati, stazioni di benzina a cui venne dato fuoco non suscitarono una reazione di contenimento negli agenti, ma li incattivirono maggiormente.

Da un’analisi etimologica del lemma ‘polizia’ è emerso che esso provenga originariamente dal greco: “organizzazione politica, governo”. La polizia svolge la funzione di attore politico, dunque, prendendo decisioni a favore di alcune entità sociali che al contempo si rivelano a sfavore di tanti altri individui. L’epoca a noi contemporanea è stata attraversata da molteplici episodi di violenza e da rappresentazioni della stessa. È doveroso interrogarsi sul rapporto che intercorre tra violenza (o coercizione) e democrazia, specialmente se quest’ultima è intesa come quel sistema il cui fine ultimo è quello di garantire un’esistenza non violenta ai cittadini.

Arianna Lombardozzi

Arianna Lombardozzi
Da sempre appassionata di informazione e tematiche sociali e cresciuta coltivando il desiderio di dare voce a coloro che non ne hanno, studio Strategie culturali per la cooperazione e lo sviluppo dopo il conseguimento di una laurea triennale in Scienze della Comunicazione.

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