Dall’ultimo rapporto Istat ”Noi Italia” è emerso che il 23,4% delle famiglie italiane vive in una situazione di disagio economico (povertà), di cui il 12,4% si trova in situazioni di grave difficoltà (povertà assoluta). Dai dati risulta che i nuclei più in difficoltà si trovano al Sud con una percentuale del 40,8%, mentre il Centro, il Nord-Ovest e il Nord-Est le famiglie svantaggiate sono rispettivamente il 17,3%, il 15,4% e il 13,1%.
Le statistiche Istat si basano sull‘indicatore di deprivazione, che scatta quando ci sono almeno tre sintomi, come ad esempio l’impossibilità a pagare le bollette e l‘affitto, arretrati nei pagamenti, su nove. Il 19% degli italiani ha dichiarato di aver difficoltà a riscaldare la propria abitazione, il 14,5% di non potersi permettere un pasto adeguato e il 12% è rimasto indietro con i pagamenti.
Dai dati è emerso, inoltre, che i più svantaggiati sono i giovani
dai 19 ai 25 anni. Il 26% dei ragazzi italiani è ”neet”, ovvero non studia e non è inserito
in nessun contesto lavorativo. In Europa solo in Grecia l’incidenza è maggiore con una percentuale del 28,9%. Tra le regioni con il maggior numero di giovani inattivi abbiamo la Sicilia al primo posto
seguita da Campania, Calabria e Puglia.
I numeri sono allarmanti, eppure stando alla pubblicazione di ActionAid ”Inclusione sociale e contrasto alla povertà” non sembrano essere priorità del Parlamento. Dall’inchiesta di ActionAid emerge che solo lo 0,8% degli atti parlamentari e il 6% dei disegni di legge, dal 2013 a oggi, si sono occupati della questione. L’inclusione sociale è al 44esimo posto nella classifica
degli argomenti prioritari per il Governo.
”Stupisce” dichiara Marco de Ponte, segretario ActionAid Italia ” realizzare come i temi dell’inclusione sociale e della lotta alla povertà fossero così presenti
nel dibattito elettorale in vista delle elezioni del 2013, e siano ora così assenti dall’agenda politica’‘.
Vincenzo Nicoletti