A Ragusa i movimenti e le associazioni territoriali hanno lanciato una campagna di partecipazione popolare alla politica. Tra i promotori ci sono Generazione Zero, A Sinistra Ragusa, Amnesty Internetional, il comitato studento, Agedo, l’Associazione Multietnica Uniti senza Frontiere e Libera, a cui si sono poi aggiunte anche forze sindacali quali FLC-CGIL e USB.

Secondo quanto si legge nel programma elettorale dell’attuale sindaco del Movimento 5 Stelle, si sarebbe dovuto aumentare la partecipazione popolare, parlando di “consapevolezza dei diritti”, “attenzione alle fasce deboli della popolazione”, “democrazia partecipata” e “destinazione delle risorse alla comunità”. Slogan con i quali il Movimento di Beppe Grillo ha convinto i cittadini della città siciliana, ma che, dopo le richieste delle associazioni e movimenti territoriali, sono diventati, appunto, solo slogan elettorali. Lo spiegano proprio loro, perché seguendo l’esempio di Milano e del sindaco Pisapia, i movimenti e le associazioni avrebbero voluto uno spazio pubblico dove venissero erogati servizi, sportelli informativi, organizzazione di eventi, convengi, conferenze, momenti di incontro, occasioni di dibattito.

Il punto, quindi è questo: i movimenti chiedono uno spazio pubblico inutilizzato dal Comune per garantire, all’interno, anche uno sportello LGBT, che si sarebbe dovuto occupare di discriminazioni legati all’orientamento sessuale. Ma non solo, si trattava di un vero e proprio luogo in cui sarebbero dovuti essere erogati servizi alla popolazione, ad esempio quello di prevenzione contro la violenza sulle donne, uno contro tutte le dipendenze, un altro dedicato alle iniziative di solidarietà sociale e diritti dei senza tetto e senza lavoro, per gli studenti e una sede per chi avrebbe dovuto costruire dal basso esempi di antimafia sociale.

La petizione lanciata dai movimenti ha ottenuto un discreto successo, oltre 500 cittadini l’hanno sottoscritta. Le firme, poi, sono state protocollate presso il comune, quest’ultimo aveva 60 giorni di tempo per rispondere. Nonostante una prima apertura, il sindaco Picciotto del Movimento 5 Stelle ha risposto due di picche perché “l’istituzione comunale rappresenta già il luogo fisico e istituzionale preposto alla tutela dei diritti di tutti i cittadini e che pertanto non si ritiene di istituire altre case dei diritti”.

Niente da fare per i cittadini di Ragusa, il Movimento 5 Stelle, evidentemente, accettano la partecipazione solo se è al suo interno.

Redazione

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