Il Sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti, si rivolge alla cittadinanza di Scafati e l’ex candidata alle Regionali per Act Campania, Raffaella Casciello, gli risponde con una nota sulla sua pagina facebook. Di seguito il testo integrale:

Caro Sindaco Pasquale Aliberti,
abbiamo avuto modo di leggere la lettera indirizzata ai cittadini e alle cittadine di questa città, ma più precisamente ai tuoi elettori, che hai sentito l’esigenza di chiamare a tuo sostegno “in un momento difficilissimo dal punto di vista personale e familiare”. A nessuno di quelli a cui scrivi tuttavia interessa screditare la tua persona sul piano umano. Ci piacerebbe che le vicende personali rimanessero tali e che non coinvolgessero l’intera comunità.
Il problema, invece, è che nel tuo caso non stiamo parlando solo di una vicenda personale.

Esiste un’indagine della magistratura su voto di scambio politico-mafioso, appalti e incarichi ai dirigenti che ti vede coinvolto in prima persona, caro Pasquale Aliberti.

12187853_1692018644369157_2776051352650274185_nSe fosse vero quanto viene teorizzato dalle indagini, dovremmo constatare che in sette anni di gestione pubblica hai preferito curare i tuoi interessi e non quelli di tutti i cittadini. Dovremmo credere che il consenso costruito in questi anni sia basato su piccoli favoritismi, sulla costruzione di corsie preferenziali solo per alcuni privilegiati, un sistema di potere e di controllo del territorio in grado di garantire sopravvivenza a te e ai tuoi, e a nessun altro. Se tutto questo fosse vero, dovremmo ammettere che i soldi utili a rendere più vivibile un territorio martoriato dal disastro ambientale, privato dei servizi essenziali a tutela della salute, i cosiddetti “fondi pubblici”, siano serviti a soddisfare le esigenze di impegni presi durante le campagne elettorali con “chissà chi”.
Ma noi ci auguriamo che questo non sia vero, che tutto ciò non sia stato mai vero.

Sarebbe una sconfitta per tutti noi, sarebbe una sconfitta per l’intera città di Scafati. Sarebbe una sconfitta per chi come noi ha deciso di rimanere nella sua città. Sarebbe una sconfitta per chi ogni giorno con il proprio impegno quotidiano sul territorio prova a ricostruire legami di socialità diffusa come il circolo Arci Ferro 3.0, di ricordare il popolo che siamo stati come fa la resistente sezione cittadina dell’ANPI Scafati – Sezione “Bernardino Fienga”.

Siamo rimasti a Scafati perché siamo convinti di poter cambiarne il volto, di renderla vivibile, perché non ne possiamo più di vivere così e vogliamo avere il diritto di cambiare la nostra vita nella nostra città. Una volontà comune alla stragrande maggioranza dei nostri concittadini. E a loro sorge spontaneo rivolgere delle domande: siete proprio sicuri che la città in cui vorreste vivere sia quella delle rotonde, dei dossi, dei poli scolastici mai ultimati, del fallimento di qualsiasi tentativo di sviluppo, degli allagamenti ad ogni pioggia torrenziale, degli ospedali chiusi, della fioriere senza fiori, delle piste ciclabili abbandonate a se stesse, delle strade deserte, delle attività che chiudono, dei giovani che se ne vanno, delle bombe esplose nelle periferie e delle decadenze studiate a tavolino?

Abbiamo chiaro che dietro questa lettera ed altri tentativi di bassa politica si celi l’obiettivo di ripresentarti per l’ennesima volta alle elezioni comunali. Eludere il vincolo dei due mandati chiarisce l’idea della democrazia che hai: un valore usa e getta le cui regole possono essere girate e rivoltate a proprio piacimento.

Noi crediamo che Scafati meriti di meglio. E per questo riteniamo tu faccia bene ad appellarti al popolo, caro sindaco Pasquale Aliberti. Decida il popolo, dici. E dici bene. Che in un precedente storico abbastanza lontano c’è chi se ne è lavato le mani invece di compiere le dovute scelte. E tu, una scelta, netta, chiara, dovresti farla: sparire dalla vita politica scafatese per il fallimento a cui ci hai condotti.

Ma forse è meglio lavarsi le mani. Perchè sono sporche.

Laddove, inizialmente, il Sindaco aveva scritto:

“DECIDA IL POPOLO
Non sono un camorrista, lo dimostrerò alla Magistratura (Testo integrale della lettera).

Sara C. Santoriello

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