Papa Francesco ha ormai da tempo abituato i propri fedeli a dichiarazioni sorprendenti, per il ruolo che riveste e per la naturalezza con le quali vengono proferite. Di fronte ai matrimoni gay non si è sentito “in grado di giudicare”, ha fatto un parallelo tra comunismo e messaggio evangelico, senza dimenticare il simbolico “pugno” da somministrare a chi “offende mia madre”.

Parole forti, in controtendenza rispetto a quanto espresso dai suoi predecessori. Parole che spesso hanno dato il via a polemiche senza fine, avviate dai soliti interrogativi sulla reale distanza fra quanto predicato e quanto messo in pratica dalla Santa Sede.

Su questa stessa linea dovrebbero porsi dunque anche le ultime dichiarazioni del pontefice, che nella giornata di ieri ha definito come un “puro scandalo” la disparità di retribuzione tra uomo e donna a parità di lavoro.
In generale l’attacco a tali forme di discriminazione sessista è stata accolta con ragionevole soddisfazione dai fedeli, ma ce ne sono di ortodossi che rimpiangendo malinconicamente i tempi andati si sono scagliati contro Papa Francesco, reo di non aver difeso la famiglia tradizionale.

Prima i gay, ora le donne manager, mentre, più che incentivare il lavoro di baby sitter e asili nido, il papa avrebbe dovuto rimarcare la necessità di una maggior tutela della donne in dolce attesa. Ma le critiche non sono mancate ovviamente neanche tra gli ambienti più ostili al clero, accusato di predicare ora la parità dei sessi dimenticando secoli di propaganda maschilista, e che tutt’oggi al suo interno le donne sono confinate al solo ruolo di suora.

Il Papa ha poi proseguito il suo discorso effettuando un’inedita presa di coscienza della chiesa nei confronti della crisi del matrimonio con annesso boom di divorzi, questione nota da tempo, ma mai così esplicitamente riconosciuta dalla Santa Sede. Il Papa ha affermato: “E’ un fatto che le persone che si sposano sono sempre di meno, questo è un fatto, i giovani non vogliono sposarsi, aumenta invece il numero delle separazioni mentre diminuisce il numero dei figli”. Rimarcando, poi, per contro la bontà del matrimonio, che suggerisce lo stesso Gesù quando mette in atto il suo primo miracolo (la trasformazione dell’acqua in vino) proprio in una cerimonia di nozze, quelle di Cana, dichiara: “Gesù ci insegna che il capolavoro della società è la famiglia, l’uomo e la donna che si amano, questo è il capolavoro”.

Valerio Santori

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