Il 7 marzo 1785 nacque a Milano un autore che ha gettato le basi del il romanzo italiano: Alessandro Manzoni. Nato da Pietro Manzoni e Giulia Beccaria, figlia dell’autore del trattato “Dei delitti e delle pene”, ebbe un’infanzia difficile, segnata dalla separazione dei suoi genitori: infatti fu costretto a seguire la madre a Parigi che intraprese una relazione amorosa con Carlo Imbonati, che divenne punto di riferimento del giovane Manzoni. La dimora parigina gli consentì di frequentare gli ambienti intellettuali dell’epoca: entrò in contatto con Claude Fauriel e con il gruppo degli idéologues, e cominciò a riflettere sul contrasto tra natura e società e sulla consapevolezza dell’influenza della tradizione e della storia.
Significativo per Manzoni fu il matrimonio con la giovanissima Enrichetta Blondel. La donna, calvinista, sentì l’urgente bisogno di essere istruita secondo i precetti della religione cattolica: così si convertì al cristianesimo, trascinando anche il Manzoni giansenista.
Dopo la conversione,si dedicò alla scrittura degli Inni Sacri, delle Odi Civili, di due tragedie e ovviamente al suo capolavoro: I Promessi Sposi.
Manzoni partecipò attivamente alla polemica tra classicisti e romantici: in una lettera al marchese Cesare D’Azeglio, il romanziere milanese scrive:
Il principio, di necessità tanto più indeterminato quanto più esteso, mi sembra poter esser questo: Che la poesia, e la letteratura in genere debba proporsi l’utile per iscopo, il vero per soggetto, e l’interessante per mezzo.
L’arte deve quindi avere per fine l’utilità morale e pratica degli uomini; deve basarsi sulla realtà e deve servirsi di una materia che interessi i lettori. Manzoni rifiutava la tradizionale serenità classica per una letteratura che riguardava il vero e che aveva come obiettivo l’edificazione morale e civile del civile. E auspicava ad una letteratura popolare, in cui il popolo fosse il protagonista della storia.
Con la conversione al cristianesimo l’autore si distacca dal classicismo e rifiuta la celebrazione di eroi a vantaggio di quella degli umili e dei poveri. La storia non è fatta solo da grandi personaggi,ma soprattutto dal popolo; è sì piena di ingiustizie e soprusi, non può cambiare, ma la fede in Dio aiuterà gli uomini a sopportare i dolori e a migliorare la loro esistenza.
Ruolo fondamentale è difatti giocato dalla Provvidenza ne “I Promessi sposi”: è il modo misterioso con cui Dio agisce nella vita di Renzo e Lucia. Gli sposi promessi dovranno affrontare una serie di lunghe peripezie,patimenti ed ingiustizie e soltanto l’agire divino della Provvidenza gli consentirà di giungere al lieto fine.
La Provvidenza è ovunque: è l’anima stessa della storia.
Arianna Spezzaferro