Importante riforma del sistema universitario in Cile. Mercoledì 23 dicembre il Congresso ha approvato una nuova legge che consentirà ad un ampio numero di studenti economicamente svantaggiati di frequentare gratuitamente l’università.

Secondo il provvedimento, l’accesso gratuito all’istruzione superiore sarà garantito a non meno di 178.000 studenti, il cui nucleo familiare risulti collocato in basse fasce di reddito; tra gli altri requisiti per accedere al programma di finanziamento ci sono il possesso della cittadinanza cilena o la residenza stabile nel Paese, l’essere in regola con il corso di studi se già si frequenta l’università ed essere iscritti o iscriversi in una delle Istituzioni individuate dalla legge.

Le università prescelte dal provvedimento sono state individuate, tra pubbliche e private, secondo precisi criteri. Le pubbliche sono ricomprese “di diritto” nel novero delle istituzioni di ricezione degli studenti beneficiari, in quanto appartenenti allo Stato, ma dovranno comunque dimostrare di rispettare standard di qualità; questi consentiranno loro di beneficiare, tra l’altro, di nuovi finanziamenti previsti dalla legge, per un valore di 5 miliardi di pesos cileni. Invece, per quanto riguarda le università private, che sono perlopiù istituzioni di ispirazione cattolica, i requisiti sono più stringenti: queste potranno essere frequentate gratuitamente solo se risultino in possesso di un particolare accreditamento da non meno di 4 anni e se dimostrino di non avere alcun fine di lucro.

Restano fuori dalla riforma sulla gratuità dell’istruzione superiore gli istituti di formazione professionale, i cui 144mila studenti potranno però beneficiare di altri tipi di finanziamenti (specialmente di borse di studio), sempre a patto che l’istituto frequentato sia accreditato presso lo Stato da almeno 4 anni e non abbia alcuno scopo di lucro; il proposito è comunque quello di unificare il sistema professionale con l’universitario da qui a tre anni.

La presidente Bachelet, a margine di un evento organizzato con alcuni studenti particolarmente meritevoli, ha espresso soddisfazione per l’approvazione di una legge che in un Paese come il Cile è stata per lungo tempo “ritenuta impossibile”: questo perché il sistema di istruzione superiore stabilito dal dittatore Pinochet aveva privilegiato gli istituti privati, creando disparità e forti diseguaglianze sociali tra ricchi e poveri. L’auspicio del governo è che entro il 2020 si possa arrivare ad assicurare l’accesso gratuito all’università a tutta la popolazione studentesca, indipendentemente dal reddito familiare.

La riforma del sistema universitario si accoda a quella elettorale e tributaria già approvate tra il 2014 e il 2015, nel quadro di un ampio programma innovatore che la Bachelet si propone di completare con la riforma costituzionale. Elaborare la rifondazione dell’attuale Costituzione del 1980, figlia della violenta dittatura e dunque non rappresentativa del moderno Cile democratico, è la sfida che la presidente intende portare avanti per tutto il 2016, in modo di arrivare al 2017, anno in cui sarà stato eletto il nuovo Parlamento, con il progetto di una nuova Carta pronto per l’approvazione. Allo scopo, è stata stabilita una road map che coinvolgerà direttamente i cittadini e la loro educazione civica, in modo da renderli consapevoli del processo di riforma, nella massima trasparenza.

Non è casuale che la procedura di riforma costituzionale faccia della trasparenza il proprio punto fermo: la popolarità della presidente è stata infatti recentemente scossa da uno scandalo di corruzione che ha coinvolto direttamente il figlio della Bachelet, Sebastián Dávalos, e sua moglie. La vicenda, insieme ad altre inchieste giudiziarie riguardanti politici dell’opposizione, ha rivelato i torbidi intrecci tra affari e politica da cui il nuovo Cile si era finora illuso di essere immune ed ha contribuito a mettere in discussione la credibilità della presidente, nonostante le riforme già promosse.

Ludovico Maremonti

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