FFF Italia:
Foto: Markus Spiske da Pexels

«State scrivendo il Recovery Fund pensando agli anni venti. Ma del Novecento!». È la denuncia del movimento ambientalista Fridays For Future Italia, secondo cui i pacchetti per la transizione ecologica finora messi in campo dal Governo italiano non sono sufficienti per la risoluzione della crisi climatica. Per FFF Italia la stesura dei piani per il Next Generation EU, lo strumento da 750 miliardi di euro utile alla ripresa economica e sociale post Covid-19, dovrà necessariamente coinvolgere le nuove generazioni, quelle che più di tutte si ritroveranno a combattere con i catastrofici effetti della crisi ambientale. Gli attivisti del gruppo italiano del movimento globale fondato da Greta Thunberg non usano mezzi termini: il NGEU influenzerà le politiche dell’Europa dei prossimi settanta anni e per questo motivo non può essere scritto solo da settantenni.

Next Generation EU: il futuro dell’Europa

Un’Europa più verde, più digitale e più resiliente. L’obiettivo dell’UE da raggiungere tramite il più grande pacchetto di stimoli economici mai realizzato è senza dubbio ambizioso. La tutela ambientale al centro dello sviluppo del vecchio continente. Lo confermano i numeri del Quadro finanziario pluriennale 2021-2027 (QFP), il piano con il quale si definiscono gli investimenti economici utili al rafforzamento del futuro dell’Europa. Le premesse ci sono tutte: per le risorse naturali e l’ambiente, infatti, l’UE prevede investimenti per 373,9 miliardi di euro di cui 356,4 miliardi provenienti dal MFF (Mutual Financial Framework) e 17,5 miliardi dal Next Generation UE.

L’accesso ai fondi dipenderà dalla qualità dei Piani nazionali di ripresa e resilienza che ogni singolo Stato membro dovrà presentare alla Commissione UE. I programmi dovranno illustrare in maniera dettagliata il modo in cui le risorse finanziarie verranno spese e dovranno tener conto delle raccomandazioni UE comunicate dall’Europa agli Stati membri negli anni passati. L’Italia non se la passa di certo bene. Debito pubblico troppo alto, eccessiva tassazione del lavoro, ritardi nella riforma della Giustizia, elevata disparità di genere nel mondo lavorativo, etc.: la Raccomandazione del Consiglio dell’Unione europea” per l’anno 2019 spiega il perché di tanta sfiducia nei confronti del Belpaese.

La pandemia da Covid-19 e la conseguente crisi economica mondiale ha obbligato gli Stati a ripensare a un nuovo modello di sviluppo improntato sulla transizione verde, sulla digitalizzazione e sulla crescita inclusiva. Un punto di ripartenza che l’Italia non ha saputo sfruttare. A denunciarlo gli attivisti di FFF Italia, secondo cui «i pacchetti di stimolo finora approvati dal nostro Paese sono stati i peggiori in Europa dal punto di vista della transizione ecologica, e tra i quattro peggiori di tutto il G20». Da un’analisi del “Greenness of Stimulus Index” emerge infatti che nel Belpaese la campagna di greenwashing non conosce fine.

FFF Italia: "Next Generation EU, fateci decidere sul nostro futuro"
Fonte immagine: vivideconomics.com

Se per l’Unione europea i pacchetti di stimolo post Covid-19 fanno ben sperare, i GSI riguardanti l’Italia affossano ogni tipo di speranza per un futuro sostenibile. «L’Italia con i suoi piani di stimolo ha fatto poco o nulla. L’ultima occasione di invertire la rotta è data dal Next Generation EU: a livello europeo il 37% dei fondi sarà destinato alla transizione ecologica. Ma i primi progetti che trapelano sono la rappresentazione più classica del business as usual», denunciano gli attivisti di FFF Italia.

Le proposte di FFF Italia

Da Next Generation EU a Old Generation il passo è breve. Per FFF Italia «Il Next Generation EU delineerà il futuro dei prossimi 70 anni: non può essere scritto solo da chi oggi ha 70 anni. Saranno i giovani a subire le peggiori conseguenze della crisi climatica causata dall’inazione della politica, e per questo è nostro diritto essere inclusi nella stesura del piano». A tal proposito il gruppo dei giovani attivisti italiani per l’ambiente ha stilato sette punti utili al miglioramento dei piani da presentare per l’accesso al NGEU:

  • Fonti rinnovabili: bisogna eliminare i 18 miliardi annui di sussidi ambientalmente dannosi e approvare una carbon tax i cui proventi vengano utilizzati in ottica redistributiva. L’obiettivo dev’essere arrivare a 100% di energia prodotta da fonti rinnovabili entro il 2030;
  • Consumi energetici: occorre ridurre del 50% i consumi energetici del patrimonio edilizio pubblico e privato accelerando gli interventi di efficienza energetica su scuole, ospedali, uffici pubblici, edilizia sociale; necessitiamo inoltre di una semplificazione amministrativa degli interventi di riqualificazione energetica e sostituzione di edifici con prestazioni di Classe A;
  • Mobilità sostenibile: bisogna finanziare l’elettrificazione delle linee ferroviarie per il trasporto di merci e persone e rilanciare le infrastrutture di mobilità sostenibile nelle aree urbane;
  • Riconversione industriale: serve investire nei settori industriali strategici della decarbonizzazione con priorità ad automotive elettrico per la mobilità pubblica, batterie, idrogeno verde, elettrificazione e digitalizzazione dei porti e del trasporto pubblico locale;
  • Adattamento al clima dei territori: abbiamo bisogno di piani e interventi di adattamento climatico nei territori idrogeologicamente vulnerabili, di rafforzare le attività di monitoraggio degli impatti sanitari dei cambiamenti climatici e di concludere il piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico;
  • Sostegno alla ricerca pubblica e privata: occorre sostenere produzioni bio circolari, destinando posti di lavoro riservati e garantendo il sostegno alla specializzazione dei giovani. Necessitiamo inoltre di ridurre i ritardi e i divari digitali che ostacolano l’affermazione di attività economiche e comportamenti sostenibili;
  • Rafforzare il modello agroecologico: serve incentivare la transizione a un modello agricolo che non alteri il clima, che valorizzi le risorse locali e il biologico e che qualifichi l’agricoltura integrata, promuovendo inoltre stili alimentari a base vegetale. Allo stesso tempo bisogna disincentivare l’importazione di prodotti responsabili di deforestazione.

Sette proposte chiare, che puntano a migliorare il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza e che mettono al centro le future generazioni, stanche di essere messe in panchina da una politica stantia, dal vecchio che avanza. «Inserire la parola “green” nel Recovery Plan non significa agire per il clima. Non ci importa quante volte la ripetete. Ciò che ci importa è vedere degli obiettivi chiari, e che vengano raggiunti. D’altronde, quando noi studenti facciamo un esame, non ci viene chiesto quante ore abbiamo passato sui libri, ma di dimostrare che abbiamo raggiunto dei risultati e appreso gli argomenti. Il tempo sta scadendo. Questa è la nostra ultima possibilità. Tutto il resto è propaganda» concludono gli attivisti di FFF Italia.

Marco Pisano

Sono Marco, un quasi trentenne appassionato di musica, lettura e agricoltura. Da tre e più anni mi occupo di difesa ambientale e, grazie a Libero Pensiero, torno a parlarne nello spazio concessomi. Anch'io come Andy Warhol "Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare". Pace interiore!

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