“Abbiamo concluso nel modo in cui auspicavamo questa campagna elettorale complessa e difficile. Ringrazio tutti per questo risultato straordinario, rivolgo il primo ringraziamento al segretario del partito Matteo Renzi, per il sostegno in campagna elettorale e alle forze politiche che hanno sostenuto la coalizione. Comincia una nuova era all’insegna delle trasparenza degli atti amministrativi e della legalità. Daremo vita a una nuova giunta regionale all’insegna delle competenze e fortemente espressiva della società civile che io proporrò in assoluta autonomia. Saremo impegnati a realizzare il nostro programma, manterremo la parola e gli impegni assunti a partire dalla Terra dei fuochi. Agiremo immediatamente e entro due massimo tre anni la regione sarà libera dall’immagine criminale. Parte oggi una grande sfida e comincia una stagione politica improntata alla dignità di Napoli e della Campania. L’obiettivo è porre termine alla lunga abitudine, in qualche caso superficiale, spesso scorretta e a volte infame di inchiodare l’immagine di Napoli a quella della criminalità. Sarà difficile ritrovare il rispetto fino a che ci saranno fenomeni come quello della Terra dei fuochi. Io voglio che si recuperi l’orgoglio di essere meridionali: quel patrimonio di cultura, imprenditoria e scienza che non ha paragoni”.

Sono queste le prime parole di Vincenzo De Luca, il governatore neo eletto della Regione Campania che supera di circa tre punti (41%) il presidente uscente Stefano Caldoro (38%).

L’“impresentabile” De Luca, con 60mila voti in più rispetto al suo nemico, non è però eleggibile a governatore e domani sarà già il caos. La legge Severino, probabilmente, non gli darà nemmeno il tempo di pensare a un adeguato vice-governatore, soprattutto perché sarà il tribunale ordinario a pronunciarsi in merito, e non il Tar che, invece, si era dimostrato immediatamente indulgente per il primo democratico in Campania.

Al termine della più chiacchierata delle elezioni regionali, i dati certi restano quelli riguardanti gli impresentabili, sia di centrodestra, sia di centrosinistra, e l’assoluta incandidabilità di Vincenzo De Luca, che ha preferito alleanze con ex cosentiniani, esponenti di estrema destra, indagati, imputati e parentele casalesi.
Ricordiamo che la vicenda per il quale De Luca è stato inserito nella lista degli impresentabili riguarda un’inchiesta della Procura di Salerno relativa a concussione continuata, abuso d’ufficio, truffa aggravata e associazione per delinquere.

Da Repubblica.it leggiamo: “L’inchiesta era esplosa nel dicembre 2005, quando la Procura di Salerno aveva addirittura chiesto, senza ottenerlo, l’arresto di De Luca e di altri indagati sulla base di intercettazioni telefoniche poi dichiarate inutilizzabili”.

E, mentre la richiesta popolare ricade per l’ennesima volta su di una riforma della giustizia, accade che, come avveniva prima dell’Unità d’Italia, spetta al grande capo la scelta sovrana. Sarà Matteo Renzi, infatti, a giudicare: firmare un decreto legge che abroghi la parte della legge Severino relativa all’abuso d’ufficio, consentendo così al neo eletto di amministrare la terza regione nazionale; oppure, lasciare l’ex sindaco di Salerno al suo destino e attendere, nella peggiore delle ipotesi, un ennesimo spreco di denaro pubblico per nuove elezioni regionali in Campania.

Anna Lisa Lo Sapio

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