Neymar, Mbappé, Haaland, Lewandowski: ogni anno sentiamo parlare di grandissimi calciatori i cui nomi riempiono i notiziari sportivi fino allo sfinimento. Quando emerge un nuovo talento, l’attenzione è massima. La speranza malcelata è che uno di questi possa ripercorrere le orme delle grandi stelle di un tempo, che hanno scritto di fatto la storia del pallone. Talvolta, anche le esultanze dei calciatori più famose omaggiano e richiamano alla mente quelle dei giganti del passato. Alcune figure dello sport sono scolpite nella memoria collettiva, anche di chi non ha mai seguito con continuità le baruffe sul rettangolo verde. Pelé e Maradona sono solo i capostipiti della grande famiglia dell’Olimpo calcistico. Anche a distanza di decenni, alcuni giocatori non smettono di far parlare di sé.

Nella fattispecie, Pelé ha speso una vita nel Santos, laureandosi campione del mondo con il Brasile per ben tre volte. Il vissuto di Maradona, invece, è più particolare: l’idolo di Napoli ha sempre incarnato lo spirito del volgo ed è diventato il simbolo della classe operaia che sale in Paradiso, nonché modello per tanti atleti emergenti provenienti dal basso. Maradona viene ricordato ancora oggi per quel Mondiale dell’’86 in cui fu in grado di trascinare praticamente da solo l’Albiceleste al trionfo, segnando due reti indimenticabili contro l’Inghilterra, una delle quali premiata addirittura come “il gol del secolo”.

Insomma, i nomi di Pelé e Maradona si sono trasformati facilmente nei più estremi dei termini di paragone. Non c’è da stupirsi se i bambini di oggi sognano di essere come loro. Così come non c’è da sorprendersi quando i media tendono a ricordare controversie ed episodi disdicevoli della vita privata di questi monumenti del calcio. È lo scotto da pagare per chi gode di una visibilità tanto elevata.

Il dualismo tra Messi e Cristiano Ronaldo è stato sicuramente diverso. Il numero 10 del Barcellona è stato designato più volte come unico possibile erede di Diego, ma sul più bello è sempre venuto meno. Sì, certo: valanghe di gol, trionfi internazionali, prestazioni memorabili, tuttavia con la Nazionale il buon Leo non è quasi mai riuscito a esprimersi al meglio, tantomeno ad eguagliare Maradona. Eppure, l’occasione d’oro c’è stata: l’Argentina è arrivata sino in finale ai Mondiali del 2014 arrendendosi ai supplementari contro la Germania, eterna rivale di Maradona. Proprio Messi si ritrovò tra i piedi l’ultimo pallone utile per i sudamericani, calciando però una punizione scialba che già da sola risultava incapace di sostenere un confronto con “D10S”.

Cristiano Ronaldo è stato indubbiamente più fortunato con la propria Nazionale: nel 2004 arrivò a giocarsi nel suo Portogallo la finale dell’Europeo, ma solo 12 anni più tardi sarebbe diventato campione, nonostante l’impossibilità di disputare per intero la finale. Come Messi, CR7 si è aggiudicato più volte il Pallone d’oro. Come Messi, non ha però mai vinto il Mondiale. Nel 2022, in Qatar, la competizione iridata concederà evidentemente un’ultima chance ai due grandi avversari. A questo punto, si può già affermare che non riusciranno a diventare entrambi campioni del mondo. Rispetto a Pelé e Maradona, il parallelismo si regge quindi su un altro piano della realtà.

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