Iside , potente divinità egizia, ebbe un culto longevo diffusosi a partire dal II sec. a. C.

Nel Mediterraneo ed in particolare in Campania il culto della dea Iside fu favorito perché propiziatore dei viaggi marittimi. Non solo Pompei e Pozzuoli  ne recano le tracce, ma anche la città di Benevento, dove pare che esistessero tre santuari dedicati alla dea.

Scopriamo insieme chi era Iside, in cosa consistesse il rituale isiaco e come giunse fino alla città sannita.

Dea dalle molte facoltà, onore del sesso femminile

…nemica dell’odio.

Tu regni nel Sublime e nell’Infinito

…Tu vuoi che le donne si uniscano agli uomini.

Sei tu la Signora della Terra.

Tu hai reso il potere delle donne uguale

a quello degli uomini.

(Papiro Ossirinco. 1380, II secolo a. C )

Iside

Iside fu una dea terreste e celeste figlia di Nut e Geb, sposò il fratello Osiride e con lui regnò pacificamente sull’Egitto insegnando l’agricoltura nonché l’arte della tessitura. I due amanti ebbero da subito una vita tormentata, allorché Osiride venne ucciso e smembrato dal malvagio Seth. La mitologia racconta che Iside in pena si mise in viaggio alla sua ricerca e, ritrovati i singoli pezzi, ricompose il corpo del marito. Dall’unione col marito risorto nacque Horus, detto il  dio-bambino. Osiride in seguito lasciò la terra per regnare nell’Oltretomba, mentre Iside da quel momento diviene la dea che assicura la vita dopo la morte e che si afferma in Oriente come la divinità più potente e popolare assumendo così innumerevoli proprietà soprannaturali.

Nel mondo ellenistico si diffonderà il culto di Iside Pelagia, protettrice dei naviganti. Spesso raffigurata su una barca e che, per traslato, diviene anche colei che traghetta le anime dei defunti verso la vita nell’Aldilà.

IsideDel rituale isiaco ce ne parla Apuleio nel libro XI delle Metamorfosi. Il cerimoniale si presentava molto complesso, iniziava all’alba con l’apertura solenne del tempio tra suoni di sistri e tibie. Le feste in onore della dea erano due: il Navigium, che rievocava il viaggio di Iside in cerca dello sposo; e l’Inveritio ovvero il ritrovamento delle membra di Osiride a cui  la dea ridonò la vita.

Ogni fedele doveva apprestarsi al rituale purificato, astenendosi dai rapporti sessuali e dal mangiare carne e vino. In processione fino al mare il sommo sacerdote guidava i fedeli  con una lanterna d’oro a forma di nave, al corteo partecipavano uomini e donne vestiti di candido lino, le donne con indosso un velo trasparente, gli uomini col cranio rasato. A seguire i sacerdoti con numerosi simboli del culto Isiaco: le immagini degli dei Anubi e della vacca sacra, una cesta con i corredi rituali e una piccola urna d’oro, al cui manico era avvolto un serpente. La processione si concludeva sulla spiaggia, dove il sommo sacerdote purificava la piccola nave con zolfo e uovo, lasciandola poi andare in mare e consacrandola alla dea; un voto augurale di una felice navigazione per i traffici commerciali.

Il culto di Iside inizia a diffondersi nel Mediterraneo intorno al II sec a.C. , lungo le tratte commerciali provenienti dall’Oriente e, in Italia, Pozzuoli e Pompei sono le prime città ad accoglierlo, in quanto propiziatore dei viaggi marittimi. A Roma, dopo un periodo di intolleranza, il culto della dea  viene ufficialmente riconosciuto dall’Imperatore Caligola, che dedica alla dea un fastoso tempio: l’Iseo Campense (38 d.C.). È con Vespasiano che  il culto assume grande importanza tanto che il suo successore, Domiziano, si servì dei culti egizi per legittimare la divinità dell’imperatore. Probabilmente il culto Isiaco giunse sino a Benevento grazie all’imperatore che vi edificò un santuario e lo onorò presentandosi in veste di faraone

La presenza del culto isiaco a Benevento è stato oggetto di studi da parte di  H. W. Müller che, nel 1969, ipotizzò la presenza nella città sannita di ben tre santuari distinti legati al culto della dea Iside: un tempio più antico, in stile ellenistico-romano, dedicato a Iside- Pelagia, un santuario di Osiride-Canopo e di Iside, menzionato anche in una iscrizione di carattere celebrativo, oggi purtroppo perduta e un grande santuario voluto da Domiziano nell’88-89 d. C. , nei pressi dell’attuale Palazzo Arcivescovile, all’incrocio della via Appia e la via Latina.

Secondo A. Meomartini (Notizie degli Scavi 1904), poiché Iside era la dea protettrice dei viaggiatori, l‘Iseo originariamente poteva trovarsi collocato nei pressi dell‘Arco di Traiano ovvero all’ingresso della città e non distante, dunque, dal luogo di ritrovamento della maggior parte dei reperti isiaci, i quali sono esposti al Museo Arcos.

Fonti:

Apuleio, Metamorfosi , XI

Info Musei Benevento: Arcos Benevento

Rossella Mercurio

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