Grande impatto mediatico ha avuto il corteo del 30 a Bagnoli, organizzato dal Laboratorio Politico Iskra e a cui hanno preso parte anche il movimento dei disoccupati, quello degli studenti area flegrea, insieme all’Assise di Bagnoli e le altre realtà mobilitate sull’area.

Tutto il quartiere insomma,  riversato in strada per alzare la voce contro chi crede di poter fare, a Bagnoli, il bello e cattivo tempo quando vuole, violentando ulteriormente questa terra per soddisfare, ancora una volta, i propri interessi.

La marcia, partita da via Campi Flegrei, proseguita per via Maiuri, via Salvatore Ferrara e via Iloneo, ha trovato la sua naturale conclusione davanti alle porte del Municipio, in via Asinio Pollione. Dopo qualche minuto di lieve tensione con la polizia, schierata in assetto antisommossa, davanti al Municipio stesso e in tutte le strada circostanti, i manifestanti sono riusciti ad entrare e ad occupare la struttura.

Durante l’assemblea popolare tenutasi nella sala consiliare dedicata a Sandro Pertini, hanno preso la parola prima il leader di Iskra, poi i rappresentanti di tutte le associazioni e i movimenti colpiti dai provvedimenti di uno Stato che pensa solo al rendiconto di pochi e non alla sopravvivenza della gente comune.

Dopo anni di abbandono e promesse non mantenute, e il successivo commissariamento del quartiere, la  nomina di Salvatore Nastasi è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. “Violano i nostri diritti, non ci ascoltano. Noi qua per loro non abbiamo mai contato nulla” – dicono i cittadini. “Hanno commissariato il quartiere utilizzando l’imbarazzante scusa di volerlo risanare, ma la realtà la conosciamo benissimo: il commissariamento serve soltanto ad arricchire i vari Caltagirone, Mennella e Fintecna.

Chiediamo che la vecchia base NATO venga trasformata in una risorsa per il quartiere. Lì si potrebbero adibire delle scuole, visto che i nostri ragazzi sono costretti a dover sopportare dei massacranti doppi turni, data la carenza di aule e strutture scolastiche adeguate” – si lamenta un esponente del movimento dei disoccupati. “Inoltre la vecchia base NATO potrebbe ospitare delle strutture sportive, sempre importanti nei quartieri delle grandi città per tenere i ragazzi lontani dal giro della malavita, nonché alloggi per tutte le famiglie che non hanno una casa. E invece la struttura resta chiusa, inutilizzata e inutilizzabile…un’assurdità”.

In maniera compatta, tra le file del corteo e, successivamente, nella sala Pertini, si alzava forte il grido “Chi ha inquinato deve pagare“. Ancora aperta è infatti la ferita del quartiere per quel che concerne l’inquinamento dell’Italsider, e i successivi decessi dovuti all’intossicazione da Eternith. “Nessuno ha realmente pagato per quel che è successo -dice Eddy di Iskra- “Nessuno ha pagato, quando poi esiste chiaramente nel codice penale l’art. 33, quello che condanna chi commette omicidio colposo. La gente di Bagnoli non ce la fa più, è stanca di essere dimenticata. Anche Bagnoli è Napoli.

Qualsiasi risultato riusciremo ad ottenere, oggi e in futuro” -continua- “non deve essere in alcun modo strumentalizzato dalla politica per i propri fini. Le battaglie per Bagnoli le stanno facendo i cittadini, senza l’aiuto di alcun politicante. Nessuno si azzardi quindi ad allestire un proprio carro dei vincitori che traini l’imminente campagna elettorale. Qui lo Stato” – ha poi tuonato dall’aula Pertini –  “è venuto immediatamente a tentare di sbarrarci la strada, coi suoi poliziotti in assetto da guerra. Ma quando le persone hanno bisogno, perché questo Stato non si vede mai? Noi non riconosceremo più alcuna autorità politica che non sia stata voluta direttamente dalla nostra gente.”

La rabbia e le accuse dunque, sono rivolte tutte ad una politica assente, al Governo Renzi “responsabile del disastro”, che sacrifica i propri cittadini per fare il bene di pochi. Inoltre i manifestanti si sono dichiarati vicini ai movimenti No Tav, esprimendo una “continuità d’idee, che parte dalla Val di Susa e termina a Bagnoli.”

Bagnoli vista quindi come una “testa di ponte” per il miglioramento collettivo, una scintilla impazzita che si ribella ai poteri forti. Ma, come scritto sulle magliette di molti manifestanti Iskra nella giornata di ieri, a volte “è necessaria solo una scintilla perché tutto prenda fuoco”

Domenico Vitale

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