Napoli – Stamattina, alle ore 9.30, diversi lavoratori, appoggiati dall’Unione Sindacale di Base, sono stati protagonisti di un presidio davanti la sede regionale dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale.

Lo scopo era sostenere un’importante battaglia: 12 lavoratori  tra operai pulitori, elettricisti e addetti all’impiantistica, in servizio nella sede INPS di Napoli in via Galileo Ferraris, rischiano di perdere il loro posto di lavoro a causa della disastrosa spending review che continua a danneggiare su tutti i fronti il nostro paese.

Per colpa di una ristrutturazione immobiliare sul territorio campano, alcune sedi dell’istituto rischiano la chiusura. Le conseguenze sono da subito evidenti, come ci spiega Salvatore Di Matteo, esponente dell’Usb: “Siamo qui oggi in occupazione della sede regionale dell’Inps, per cercare di intervenire e di mantenere i livelli occupazionali di questi lavoratori che ormai da 35 anni prestano servizio nella struttura e che non possiedono più la clausola sociale per poter continuare a lavorare. Semplicemente, chiudendo le sedi vengono rimandati a casa, in quanto non possiedono una garanzia occupazionale”.

La salvaguardia di questi lavoratori, che fino ad oggi hanno ricevuto dalla direzione INPS di Napoli solo notizie di proroga dell’appalto e parole di comprensione, è ciò che si propone il sindacato: “Oggi il nostro obiettivo è quello di parlare con l’amministrazione affinché si abbiano risposte concrete a questo grave problema”.

Il grave problema parte in primo luogo da ciò che viene definita ‘esternalizzazione’ del personale, che rappresenta una delle cause principali per cui oggi i lavoratori sono costretti a vivere condizioni estremamente precarie e gli enti pubblici a sostenere, con un esternalizzazione degli appalti, al contrario di quanto si possa pensare, costi altissimi.

Ma come sorprenderci? In linea con le vicende che tristemente si susseguono nei giorni, vediamo sotto i nostri occhi il favorire della crescita del privato a discapito del pubblico. L’austerità proclamata dal nostro governo tende a distruggere ogni speranza per una giustizia sociale.

I 12 lavoratori che a causa di politiche distruttive, rischiano di perdere il loro lavoro, sono solo un puntino in un quadro che si prospetta sempre peggiore. Difendere il proprio lavoro significa difendere il primo articolo della nostra Costituzione e in questo modo, il nostro paese e la democrazia.

Alessandra Vardaro 

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