Ci si divide tra vincitori e sconfitti come se fosse appena finita una partita di calcio, ma queste elezioni significano molto di più: la metà della popolazione campana sceglie di non scegliere, proclamando il fallimento della sua classe dirigente, senza fare sconti a nessuno, centinaia di migliaia di voti persi dai colossi della politica, che si sono scontrati all’ultimo voto comprato, tutto qui.

“Vince” lo scontro Vincenzo De Luca, l’uomo al comando, l’uomo del decido io, comando io, del “voi siete gentaglia”, Salerno è la Svizzera. Peccato che dovrà ringraziare per i prossimi 5 anni un certo De Mita, esperto di sanità, fiore all’occhiello del governo Caldoro, sicuramente fiore all’occhiello anche del futuro governo De Luca, a questo punto Renzi troverà il modo di ovviare alla Severino. E la Sinistra? La Sinistra si renderà conto che è finita la rendita, chi doveva macinare non ha macinato, forse la semina era un pò datata.

Ora che fare? Non si torna indietro, era il punto di non ritorno ma vanno chiarite alcune cose. Si parla tanto di sinistra masochista in questi giorni, la vera sinistra masochista sta in quelle comunità che si autoeleggono paladine della rivoluzione, che si fanno da parte perchè tutto fa schifo ma a risultati acquisiti pretendono di dare lezioni su come si costruirebbe la sinistra del futuro. Peccato che quando si chiede unità di intenti si ci schiera solo se si è coinvolti in prima linea, per il resto si risponde dove eravate? Ecco, dove eravamo?

La comunità di cui faccio parte è nella pancia della sinistra da anni, ricordo ancora i cortei contro la Gelmini, le botte prese dai compagni a Roma, i dibattiti organizzati nelle scuole, le firme raccolte per i referendum di civiltà, come l’acqua pubblica e contro il nucleare, Napoli liberata con De Magistris e sempre pronti a metterci la faccia, non per tornaconto personale ma per sfondare un muro e portare le istanze che conosciamo, perchè le viviamo, nelle istituzioni, l’unico modo di far progredire la propria regione.

Già cinque anni fa ci mettemmo la faccia con un discreto risultato, dopo cinque anni lo abbiamo rifatto, perchè andava fatto, raddoppiando il risultato, grazie al lavoro di gruppo e ad un radicamento che abbiamo costruito nella provincia napoletana, senza forze, senza soldi e senza nemmeno una sede, abbiamo avuto e abbiamo ancora, solo, un’idea di società diversa. Una società da rivoluzionare, passo dopo passo. Questo si può fare solo aprendo una grande discussione a sinistra, trasversale, dai partiti ai movimenti, va circoscritta la comunità della SINISTRA che dovrà far nascere la propria casa, la quale dovrà reggersi su fondamenta forti. Quali se non quelle della Costituzione?

Raffaele Federico – Coordinatore FGCI Napoli

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