Dopo ventun’anni di battaglie da parte di gruppi ambientalisti, parlamentari e non, gli ecoreati ora sono crimini a tutti gli effetti. Il 29 maggio è entrata in vigore la Legge 68/2015 approvata dal Senato il 19 maggio con 17o voti favorevoli, 20 contrari e 21 astenuti, che introduce cinque nuove tipologie di reati ambientali e pene più severe a riguardo. Ecco i nuovi punti introdotti:

1. INQUINAMENTO AMBIENTALE: Con questo termine si intende un deterioramento o compromissione del suolo, sottosuolo, aria, acque, flora e fauna. Viene punito con la reclusione da due a sei anni e una multa di 100 mila euro. In caso di danni ad aree o specie animali e vegetali protette la pena sarà aumentata in proporzione alla gravità del reato commesso.

2. DISASTRO AMBIENTALE: Con questo termine si intende l’alterazione all’equilibrio dell’ecosistema o danni gravi all’ambiente la cui eliminazione risulta molto onerosa. Viene punito con la reclusione da cinque a quindici anni. In caso di reati colposi, ovvero non voluti, le pene saranno diminuite.

3. TRAFFICO E ABBANDONO DI MATERIALE RADIOATTIVO: Con questo termine si intende l’acquisto, il trasporto, l’importazione, l’esportazione, la detenzione e il trasferimento di materiale radioattivo. Viene punito con la reclusione da due a sei anni e una multa che varia da 10 mila a 50 mila euro. La pena aumenta nel caso vengano recati danni all’ambiente e all’ecosistema.

4. IMPEDIMENTO DEL CONTROLLO: Con questo termine si intende l’intralcio causato a danno dei corpi che si occupano di vigilanza, controllo ambientale, sicurezza e igiene tramite la negazione all’accesso e la predisposizione di ostacoli nei luoghi interessati. Viene punito con la reclusione da sei mesi a tre anni.

5. OMESSA BONIFICA: Con questo termine si intende il reato commesso da coloro che non provvedono alla bonifica nonostante siano stati obbligati tramite una legge o da un giudice. Viene punito con la reclusione da uno a quattro anni e con la multa da 20 mila a 80 mila euro.

Un primo passo avanti per chi ama l’ambiente e lo rispetta. Se prima le pene erano solo di tipo contravvenzionale ora si rischia la reclusione fino a vent’anni e in alcuni casi la confisca dei beni. Si auspica che il DDL Ecoreati rappresenti la giusta svolta per combattere una volta per tutte le ecomafie che da anni inquinano la terra dei fuochi o le aziende che come l’ILVA di Taranto hanno per anni utilizzato sostanze cancerogene e radioattive mettendo a repentaglio l’ambiente circostante e i suoi abitanti.

Vincenzo Nicoletti

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