Per i concorsi pubblici non conterà più solo il voto di laurea, ma il dettaglio che potrà far salire in picchiata sull’elenco o far tristemente precipitare sarà anche il “nome” dell’università che si è frequentata.

Così prevede il nuovo emendamento appena approvato alla delega sulla Pubblica amministrazione, al voto in commissione Affari costituzionali della Camera.

Nottate sui libri, giorni e giorni segnati da ansie e desiderio di farcela per un carico di studio che, si spera, conduca dopo tante fatiche alla realizzazione di sogni e progetti.

Sembra che questo non varrà più, che tutti gli anni spesi in sacrifici avranno pesi differenti a seconda dell’ateneo frequentato, come se gli esami non avessero una difficoltà soggettiva, non dipendessero anche dalla figura autoritaria del professore o, ancora, come se una persona potesse scegliere se frequentare un’università “migliore” o “peggiore” senza tener conto della situazione economica che ha alle spalle.

Bisogna poi considerare che, spesso, un ateneo non ha a disposizione dello studente tutti i tipi di facoltà, che qualcuna quindi si trovi solo in particolari università, magari anche screditate da tutti gli altri (ad esempio, la facoltà di Scienze Motorie che nel napoletano è presente solo alla Partenope, ateneo spesso mal menzionato dai federiciani nelle continue “lotte di facoltà”).

Questa non è però l’unica modifica varata dalla commissione. I dirigenti pubblici potranno essere licenziati se privi di incarico per un certo periodo, ma l’uscita dal ruolo sarà prevista solo se l’amministrazione avrà già approvato una vera e propria bocciatura. Si legge in un emendamento approvato che “Il collocamento in disponibilità sarà successivo a valutazione negativa”.

Secondo una modifica apportata dal Movimento 5 Stelle inoltre si è stabilito che gli amministratori di società pubbliche valutati in negativo non potranno usufruire di bonus. “L’emendamento, modificato rispetto a quello proposto inizialmente dal Movimento prevede infatti che l’erogazione di compensi variabili sia legato ai risultati economici ottenuti. Ora sarà fondamentale verificare come il governo tradurrà questo risultato nei decreti delegati. È importante che i bonus siano legati ai risultati, e non solo a rendita di posizione”.

Un altro emendamento del Pd prevede infine che le Regioni nomineranno i Dg non solo tenendo conto dei candidati dell’apposito elenco nazionale attraverso la commissione ad hoc, ma anche di coloro che hanno aderito al bando e che hanno dimostrato il loro interesse per la postazione in palio. In questo modo si otterrà come risultato quello di evitare selezioni poco agguerrite, con candidati non interessati. Restano ferme le regole sulla trasparenza e il monitoraggio delle operazioni.

Alessia Sicuro

Alessia Sicuro
Classe '95, ha conseguito una laurea magistrale in filologia moderna presso l'Università di Napoli Federico II. Dal 2022 è una docente di lettere e con costanza cerca di trasmettere ai suoi alunni l'amore per la conoscenza e la bellezza che solo un animo curioso può riuscire a carpire. Contestualmente, la scrittura si rivela una costante che riesce a far tenere insieme tutti i pezzi di una vita in formazione.

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