NAPOLI – Sono passati tre giorni dalla riammissione di Luigi De Magistris a Palazzo San Giacomo, in qualità di Sindaco della città di Napoli. La restituzione del suo ruolo al sindaco, sospeso per effetto della legge Severino, ha generato non poche polemiche. C’è chi parla di “due pesi e due misure”, chi nella legge non trova più certezza di interpretazione e subisce questa crisi di identità e chi pensava di essersene liberato ed invece se l’è ritrovato di nuovo in poltrona. Aveva promesso di dare battaglia ed il Tar gli ha dato ragione: De Magistris è di nuovo sindaco di Napoli a tutti gli effetti. Ma cos’è cambiato da prima che il provvedimento di sospensione nei suoi confronti fosse attuato?

In un’intervista di Luigi Roano per “il Mattino”, Luigi De Magistris spiega quanto gli sia mancato il suo lavoro: «Mi è mancato molto. Questa è stata per tre anni la mia casa, mai lavorato meno di 18 ore al giorno perché ho interpretato il mio ruolo in maniera assolutamente assorbente. Ho dedicato tutto il tempo per risolvere i problemi e rilanciare l’orgoglio di Napoli. Mi sono mancate le funzioni, ma mi sono sempre sentito sindaco». Poi continua «Ho lanciato la missione di sindaco di strada. Non perché in questi 3 anni non lo sia stato. Però in questo mese l’ho fatto in maniera esclusiva e con più pazienza di ascolto, più voglia di guardare negli occhi le persone vere, quelle che non hanno potere ma dignità». 

Sui suoi rapporti con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, De Magistris riafferma una forzatura nel mantenimento degli stessi, a fini esclusivamente istituzionali. La fiducia nelle istituzioni non va persa, nella consapevolezza che il miglior modo per cambiarle sia agire dall’interno di esse.

Su Matteo Renzi e su Bagnoli, invece, il sindaco parla di “tradimento istituzionale”: se il 14 di agosto, a Città della Scienza, il Presidente del Consiglio rassicurava De Magistris sul fatto che ci sarebbe stata, su Bagnoli, una collaborazione netta con le istituzioni locali ed il sindaco lo applaudiva, oggi, dopo l’approvazione del Salva-Bagnoli (ribattezzato Scassa-Bagnoli dallo stesso sindaco) sembra non esserci più tutta quell’intesa. «Non esiste l’equazione commissariamento-immobilismo» dichiara De Magistris «Eravamo e siamo pronti ad andare in aula. Si è arrivati al 14 agosto per volontà del governo. Noi eravamo pronti al 4 marzo. Se Renzi ci sfida sulla tempistica noi siamo pronti».

Il sindaco riammesso, poi, continua parlando del suo ritorno, promettendo di essere garante di tutti, anche di quelli che non ci sono in giunta, come il M5S. Ringrazia tutti quelli che lo hanno sostenuto in questo breve periodo di assenza e si dichiara pronto a mettere in pratica tutto ciò che ha imparato facendo il sindaco da strada. Il sindaco si dice pronto al dialogo politico, quindi, e spiega come il rimpasto non sia all’ordine del giorno: annuncia che ci saranno, tuttavia, alcune modifiche interne nelle condotte e nei ruoli.

Infine, alla domanda sulla sua possibile ricandidatura, De Magistris risponde con un netto “sì”, non lasciando spazio ai dubbi.

 

Sonia Mazzella

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