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WhatsHappening: il tasso di istruzione globale è preda di status e genere

Edizione speciale di dicembre 2016

«L’accesso universale a un’istruzione di qualità è al cuore dell’Agenda 2030 ma non è solo un obiettivo in sé. Infatti, l’istruzione è anche uno dei modi più efficaci di realizzare tutti gli altri Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile», si legge sul sito dell’UNRIC.

Nonostante i propositi di crescita sempre vivi in materia di istruzione, si stima difatti che dal 2011 ad oggi siano aumentati a livello globale i bambini che non frequentano la scuola. I dati del rapporto 2016 dell’UNICEF relativi all’analfabetismo e al mancato completamento dei cicli di istruzione primaria e secondaria inferiore denunciano come «a milioni di bambini in tutto il mondo viene ancora negato il diritto all’istruzione a causa di fattori indipendenti dalla loro volontà». Situazione che andando ad ampliare il divario tra paesi sviluppati e sottosviluppati rende ancora più complesso il processo di crescita dei secondi. L’analisi condotta dall’UNESCO su dati aggiornati al 2014 stima quale tasso di alfabetizzazione globale degli adulti – dai 15 anni in su – l’85,3%.

WhatsHappening dà dunque il benvenuto a dicembre con un’edizione speciale sul tasso di istruzione nel mondo, analizzando le aree geografiche più problematiche con l’obiettivo di porre in evidenza la grande disparità che, alle soglie del 2017, ancora caratterizza il contesto internazionale:

AFRICA SUB-SAHARIANA

Secondo l’UNICEF, più della metà dei 59 milioni di bambini che non vanno a scuola vive in Africa sub-sahariana. La povertà influisce sul livello di istruzione dei giovani africani, infatti quasi il 60% dei giovani tra i 20 e i 24 anni appartenenti alla fascia più povera della popolazione hanno frequentato meno di quattro anni di scuola. Secondo l’ONU, un miglioramento della qualità dell’istruzione e l’accesso universale alla stessa potrebbe influire positivamente anche sui diritti delle donne oltre che sulle condizioni igienico-sanitarie dell’area e sullo sviluppo economico. istruzionePer quanto riguarda il tasso di alfabetizzazione, invece, circa il 26% di tutti gli adulti analfabeti si trova in Africa sub-sahariana e in molti di questi Stati i tassi di alfabetizzazione sono al di sotto del 50%. I giovani tra i 15 e i 24 anni sono sicuramente più alfabetizzati degli adulti, anche se i tassi di riferimento sono molto bassi – tenendo in considerazione l’abbandono scolastico, il basso accesso all’istruzione e la scarsa qualità dell’istruzione. Al di là poi di questa situazione drammatica, ancor più rilevanti sono le disparità di genere in termini di accesso all’istruzione. Le donne che vivono in queste zone e che hanno dai 15 anni in su hanno quasi un quarto in meno di probabilità di essere alfabetizzate rispetto agli uomini della stessa età. Nonostante questo però, secondo le stime dell’UNESCO, il miglioramento del tasso di alfabetizzazione è passato dal 47% al 70% nelle regioni dell’Africa subsahariana tra la fine degli anni Novanta e il 2015.

ASIA MERIDIONALE

In Asia meridionale i livelli di istruzione sono da sempre preoccupanti trovandosi, proprio qui, più della metà della popolazione analfabeta globale (51%). I dati UNICEF riferiscono che nel 2013 erano ancora circa 10 milioni i bambini a non andare a scuola, pari al 6% del totale. Tuttavia, negli ultimi dieci anni i tassi di alfabetizzazione sono aumentati, soprattutto tra i giovani, con percentuali che variano tra il 60 e l’87%.istruzione Resta alta la disparità di istruzione tra uomini (77%) e donne (58%), ma permangono anche discriminazioni legate alla residenza e al reddito: in Pakistan, per esempio, la durata di istruzione nei ragazzi tra i 20 e i 24 anni supera i 10 anni tra maschi benestanti residenti nelle zone urbane, ma non arriva nemmeno a un anno (0.75) tra giovani donne povere residenti nelle zone rurali. In tutta la regione vi è stato un progresso evidente negli ultimi 50 anni e anche l’alfabetizzazione delle donne ha fatto grandi passi avanti: solo circa un quarto di giovani donne erano in grado di leggere e scrivere cinque decenni fa in entrambe le regioni, mentre oggi circa l’88% di loro sanno leggere e scrivere. Tuttavia, gli investimenti medi sull’istruzione dei governi della regione sono ancora troppo bassi per garantire istruzione a tutta la popolazione: a fronte di un investimento necessario di 5,5% del PIL, variano da appena il 2% in Pakistan al 3,9% in India. Si trova qui la prima università dell’Asia meridionale, l’Indian Institute of Science a Bangalore, al 152esimo posto nella classifica mondiale delle università 2016.

MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA

Secondo dati aggiornati al 2013, 5 milioni di bambini sono esclusi dalla scuola primaria: al 10% della fascia più giovane della popolazione è dunque negato il diritto a possedere un’istruzione. Risultano alfabetizzati, invece, il 94% della popolazione maschile e il 90% di quella femminile tra i 15 e i 24 anni nel periodo 2009-2014. In riferimento alla carriera scolastica, le informazioni statistiche del 2015 evidenziano due tendenze parimenti problematiche: il mancato completamento del ciclo di studi e la discriminazione di genere. Riguardo alla prima, sono pochi i bambini che in età prescolare si affacciano al contesto scolastico, a confronto è invece elevato il tasso di iscritti alla scuola primaria: da questo grado in poi l’andamento decresce – in particolare, ancora basso il tasso dei frequentanti la scuola secondaria superiore.istruzione Circa la seconda tendenza, in tutti i gradi di istruzione si registra una partecipazione femminile inferiore, più marcata in ambito di scuola primaria e secondaria inferiore. Nelle aree qui analizzate, le maggiori discriminanti in materia di accesso all’istruzione e completamento degli studi sono lo status sociale di appartenenza e i conflitti armati, che rendono pericolosi luoghi e propositi. Ad esempio, con riferimento allo status, in Egitto nascere in condizioni di indigenza «fa quasi raddoppiare il rischio di ritardo nell’istruzione di base rispetto alla media nazionale», per le donne questo rischio è anche maggiore. Tuttavia, sono da sottolineare i progressi che dal 1990 al 2015 hanno consentito all’area di incrementare il tasso di alfabetizzazione, seppure l’istruzione superiore resti ancora preclusa ai più – nella classifica mondiale delle università 2016, l’Università Ebraica di Gerusalemme con il suo 148esimo posto registra il risultato migliore dell’area.

AMERICA LATINA E CARAIBI

Nel corso dell’ultimo decennio, soprattutto l’agenzia UNESCO ha messo in campo notevoli sforzi per articolare dei progetti a medio termine per incrementare i livelli di istruzione nella macro-regione latinoamericana e caraibica, che periodicamente sono stati rendicontati in corpose pubblicazioni, tra cui spicca la periodica “Situación Educativa de América Latina y el Caribe” (una sorta di bilancio degli obiettivi raggiunti e da raggiungere, a partire dal campo dell’educazione primaria fino all’università). Anche altre organizzazioni internazionali si sono interessate alla problematica dell’istruzione in Latinoamerica: l’OCSE, per esempio, è periodicamente impegnata a monitorare il “tasso di istruzione” della regione. Nonostante tutto, però, il panorama resta abbastanza desolante. istruzioneSe si prende ad esempio una ricerca condotta proprio dall’OCSE nel 2016, nell’ambito del Programma per la valutazione internazionale dell’allievo (PISA), ci si rende conto che i Paesi dell’America latina hanno uno dei più bassi tassi al mondo di rendimento scolastico degli alunni intorno ai 15 anni (vale a dire che nelle materie fondamentali, ovvero matematica, letteratura e scienze, la preparazione appare carente). Il Paese meglio piazzato in classifica è il Cile (non a caso uno in cui lo sviluppo economico è più solido e le diseguaglianze sociali complessivamente meno importanti), mentre i peggiori sono, in ordine decrescente, Argentina, Colombia, Brasile, Perù. Perché dunque ancora simili risultati negativi? Secondo uno studio pubblicato dalla BBC sembra che la maggiore responsabilità (al di là del disagio sociale e delle diseguaglianze, che condizionano non solo il percorso di vita, ma anche quello scolastico degli alunni di certi Paesi, come ad esempio proprio il Perù) sia degli stessi Governi: a fronte di finanziamenti ricevuti spesso imponenti, questi non riescono (o addirittura non hanno interesse) a conformarsi a standard internazionali di insegnamento e di valutazione della preparazione degli studenti.

ASIA ORIENTALE E PACIFICO

Nella regione dell’Asia Orientale e del Pacifico il livello e la diffusione dell’istruzione sono da considerarsi discreti. Qui solo il 4% (7 milioni) dei bambini in età da scuola primaria non va a scuola, secondo i dati UNICEF del 2013. Inoltre il 92% degli alunni completano il ciclo primario. Il tasso di alfabetismo dei giovani dai 15 ai 24 anni è del 99% sia per i maschi che per le femmine (dati UNESCO 2015). In particolare il Vietnam, secondo le rilevazioni UNICEF 2012, è da considerare come un esempio di paese in cui a grandi passi si sta dando ai ragazzi un’istruzione sempre più efficace. istruzioneNel 2012 gli studenti vietnamiti nel PISA (Programma per la valutazione internazionale degli studenti) hanno ottenuto punteggi in matematica e lettura sorprendenti. Fra i quindicenni una parte ha ottenuto gli stessi risultati ottenuti dai coetanei tedeschi e superato quelli dei quindicenni di Regno Unito e USA. In quell’anno il Vietnam ha stanziato il 21,4% del suo bilancio nazionale per l’istruzione. Fanalino di coda della regione è la Papua Nuova Guinea, unico paese in cui tra i giovani dai 15 ai 24 anni solo il 67% sono alfabetizzati (dati UNESCO 2015). L’incognita maggiore per la zona è però il cambiamento climatico, «un pericolo crescente» secondo il report 2016 di UNICEF, dato che siccità e inondazioni possono causare danni ingenti alle infrastrutture scolastiche. Ad esempio il ciclone Pam ha distrutto l’80% delle scuole di Vanuatu nel 2015. Il problema si estende a tutto il pacifico, dato che qui nelle numerose piccole isole le scuole spesso distano pochi chilometri dalla costa, a costante rischio inondazione.

Hanno collaborato: Sabrina Carnemolla, Rosa Ciglio, Ludovico Maremonti, Valerio Santori, Rosa Uliassi

Edizione speciale di novembre 2016

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