Ancora oggi, resiste un’idea maschilista che considera la pornografia un prodotto riservato prevalentemente agli uomini. In molti desta particolare sgomento l’idea di una donna che possa usufruirne, come ennesima prova di una società che fatica ad abbattere le barriere di genere. Il lavoro, la politica e la società sono solo alcuni degli ambiti in cui il diritto per la parità di genere è messo a dura prova. Ad essi si aggiunge, infatti, quello del porno, in particolare quello tradizionale. È da questa consapevolezza, dunque, che negli ultimi anni ha preso piede un’alternativa chiamata porno etico, che mette al centro le donne e i diritti dei lavoratori.
L’avvento di piattaforme come “OnlyFans” e di altri sistemi virtuali ha permesso un accesso immediato al porno, talvolta prematuro e inconsapevole, sia da parte degli attori che dei fruitori. L’imbarazzo della scelta regna sovrano nell’offerta, ma le proposte più trasgressive sono quelle che fanno eccezione a un’idea pornografica ben consolidata e sulla quale molti si sono “formati” per essere performanti a letto. Nello scenario collettivo, infatti, pensare a un porno eterosessuale significa, per abitudine, pensare a un uomo che domina, che deve dar prova della sua virilità, e che deve “saperci fare”, mentre una donna spesso passivamente subisce e “accontenta” l’altro. Siamo difronte a uno scenario fallocentrico, in cui al centro dell’attenzione è la donna, ma non la sua edonistica parità con l’uomo, bensì il suo corpo e le sue espressioni. Le inquadrature, il set, la mancata psicologia e una trama ripetitiva restituiscono l’idea di un prodotto pensato esclusivamente per gli uomini, in cui la donna è ridotta a un oggetto sessuale. Tutto questo, appunto, ha reso normale un rapporto di subordinazione che oggi si riflette nel binomio uomo-donna.
La novità del porno etico, invece, si propone di creare scenari equi per entrambi i sessi: il punto di vista non è più solo quello maschile. Si fa spazio ad ogni persona, orientamento o dimensioni. Le trame sono alternative a quelle prodotte dalla mera finzione; piuttosto nascono da reali racconti erotici che sfidano stereotipi sessisti, sottolineando il valore dell’empatia. Non manca, naturalmente, l’attenzione all’uso dei contraccettivi. In tutto questo, trova spazio una riflessione importante anche per i lavoratori dell’ambito. Vi è la possibilità per gli attori di leggere preventivamente i copioni, poter esporre il proprio pensiero senza la paura di essere esclusi o ancor più di essere mal retribuiti: «il nostro catalogo ospita unicamente film in cui le persone che hanno lavorato alla produzione e alla post produzione lo abbiano fatto in condizioni di sicurezza, con assoluta consensualità e dietro un giusto riconoscimento economico.»
La citazione è ripresa dal primo sito porno etico e indipendente italiano: uniporn.tv. Al suo interno, gli utenti, iscrivendosi e pagando un piccolo contributo, possono usufruire della pornografia etica e femminista e non solo. Nel sito, infatti, è presente una sezione “blog” in cui sono racchiusi articoli sui diversi argomenti della sessualità e del piacere: safe sex, BDSM, revenge porn e altro. Questo fa del porno un prodotto al contempo dilettante ed educativo; un piacere duplicato per il corpo e per la mente, fare la rivoluzione più piacevole che ci sia.
Alessio Arvonio