Home Cultura Paestum, in scena Le Supplici tra mito e attualità

Paestum, in scena Le Supplici tra mito e attualità

Domani, sabato 6 agosto 2016, il Parco Archeologico di Paestum accoglie, nei pressi del Tempio di Nettuno, la IV edizione de “la Boulè: il Giudizio sul Mito”, a cura dell’Associazione Identità Mediterranee.

Si tratta di un progetto che rientra all’interno del piano di valorizzazione promosso dal MiBACT, acronimo che sta ad indicare il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Per partecipare all’evento è sufficiente essere provvisti del biglietto per l’accesso all’area archeologica di Paestum, acquistabile presso la biglietteria del Museo. Il costo dell’ingresso ammonta a 7,00€ a partire dalle 18.50, mentre sarà ridotto per coloro di età compresa tra i 18 e i 25 anni, e gratuito per i partecipanti di età inferiore ai 18. Nella giornata di domani, gli allievi dell’Accademia Internazionale di Teatro di Roma insieme agli studenti del Liceo Classico Parmenide di Vallo della Lucania e a quelli del Liceo Classico A. Gatto di Agropoli, alle ore 21.00 insceneranno una riduzione della tragedia di Eschilo, “Le Supplici”.

 

LA TRAMA La vicenda prende avvio da un antefatto: Danao e Egitto erano due fratelli gemelli che regnavano sull’Egitto. Il primo era padre di cinquanta femmine, il secondo di altrettanti maschi. Perciò, la proposta di Egitto era quella di unire in matrimonio i rispettivi figli. In seguito alla predizione di un oracolo, che aveva suggerito a Danao che uno dei suoi nipoti l’avrebbe ucciso, egli impose alle figlie il divieto di sposarsi. Pertanto le Danaidi (così erano chiamate le sorelle collettivamente) rifiutarono la proposta di matrimonio dei cugini e si rifugiarono ad Argo. La tragedia di Eschilo inizia con l’arrivo delle Danaidi in Grecia: qui, implorano l’aiuto di Pelasgo, re di Argo, che si mostra esitante in quanto timoroso di incorrere in una guerra contro l’Egitto. Decide, quindi, di portare la questione delle Danaidi dinanzi ad un’assemblea cittadina. In caso di rifiuto del popolo, le ragazze minacciano di impiccarsi nel recinto sacro, ove i supplicanti hanno inviolabilmente il diritto d’asilo. L’esito dell’assemblea è tuttavia positivo: il popolo ha deciso di accogliere le giovani, le quali  intonano un canto di gratitudine e di ringraziamento. La gioia ha breve durata poiché presto arriva la notizia dello sbarco degli Egizi in terra greca. Dinanzi al rifiuto di Pelasgo di ceder loro le giovani donne, la guerra si trasforma da minaccia a pericolo imminente ed inevitabile, e le Danaidi vengono scortate all’interno delle mura della città di Argo.

La meravigliosa tragedia , giuntaci incompleta, è stata selezionata per l’occasione non soltanto per l’eco della sua fama. Essa offre infatti temi riproponibili ed adattabili alla nostra attualità. A partire dal tema della violenza sulle donne, spesso osservate in quanto bottino di cui appropriarsi con la forza e vittime destinate a subire passivamente tutte le decisioni impostegli dall’alto, fino a giungere al tema che sarà centrale nel dibattito di oggi, e cioè l’immigrazione. La consistenza e la frequenza dei flussi migratori in Italia, il problema dell’inserimento con la comunità, l’atteggiamento di quest’ultima nei confronti dei immigrati: saranno questi i temi di cui si discuterà in seguito all’esecuzione dello spettacolo. Il pubblico presente sarà in seguito coinvolto e chiamato ad esprimere il proprio giudizio, partecipando attivamente al dibattito. In un contesto prettamente classico e impregnato di storia come il Parco Archeologico di Paestum, la rappresentazione di una delle migliori tragedia della classicità greca che tratta temi fortemente incisivi per la loro eterna attualità, offre uno spunto di riflessione sui problemi che affliggono l’uomo in ogni dove e in ogni tempo. E, forse, nell’identità dei problemi è possibile indovinare un cambiamento di valori e di atteggiamenti: l’aumento dell’egoismo, dell’indifferenza verso tutto ciò che, seppur vicino, non ci sfiora, la perdita di umanità in concomitanza ad un teorico avanzamento della civiltà.

Sonia Zeno

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