L’UE riapre il caso IMU-Vaticano e gli enti ecclesiastici italiani dovranno rimborsare Imu e Ici non versati dal 2008, un bottino di 4 miliardi di euro. L’argomento fece a suo tempo già discutere. L’UE, oggi, ha riaperto il caso sugli sconti fiscali agli enti ecclesiastici stanziati sul territorio italiano. I giudici europei della corte di giustizia di Lussemburgo hanno ammesso un ricorso che potrebbe costare alla Chiesa, secondo una prima stima dell’associazione nazionale dei comuni, quasi 4 miliardi di euro per l’ammontare di ICI prima e IMU poi non versati dal 2008 ad oggi.

Il caso fu aperto nel 2006 dagli esponenti del partito radicale Maurizio Turco e Carlo Pontesilli, il primo ex deputato e il secondo fiscalista. I due avevano denunciato le decisioni prese dal governo Berlusconi che permettevano a scuole, cliniche e alberghi gestite dalla chiesa, l’esenzione dall’imposta comunale sugli immobili. La commissione, dopo 6 anni, aveva archiviato il caso procedendo con la condanna del regime fiscale di favore senza però decretare il recupero delle somme non versate. La Chiesa italiana infatti, ebbe uno sconto del 100% sull’ICI e il 50% sulle tasse sul reddito. Con questo sistema, venivano favoriti i beneficiari degli sconti rispetto alla concorrenza che, invece, queste tasse le pagava. Questo sistema di “favore” secondo l’Antitrust europeo “distorceva il mercato”. Il 29 ottobre, la corte di Lussemburgo ha riaperto il caso dando torto alla commissione europea che chiedeva l’irricevibilità della causa. La corte, rinvia la questione a un giudizio sul merito. Ora sta a Bruxelles, entro il 10 dicembre, presentare una memoria difensiva per giustificare la decisione presa precedentemente ovvero quella di non chiedere il rimborso per “generale e assoluta impossibilità di procedere al recupero”.

Nel 2012 il governo Monti era riuscito ad evitare il recupero dei soldi ottenendo anche la chiusura del dossier. Applicò nuove regole che impedivano alle attività no-profit, beneficiare di sconti, di non essere in concorrenza sul mercato con attività commerciali. A parlare, in quell’occasione, fu Joaquin Almunia, commissario UE alla concorrenza dicendo : “Le attività no-profit rivestono un importante ruolo sociale che è riflesso dal regime italiano di imposizioni fiscali sugli immobili” e che  “quando queste operano sono sullo stesso mercato degli attori commerciali dobbiamo essere sicuri che non beneficino di vantaggi non dovuti”. Continuò poi dicendo che l’operazione di recupero delle somme non versate da parte della chiesa sarebbe “assolutamente impossibile” poiché “non si può, ora, determinare quali parti degli immobili esentati fosse stata usata esclusivamente per attività non economiche e quindi legittimamente esenti”. Sempre Almunia, teneva a precisare che è la prima volta in assoluto nella storia degli aiuti di stato illegali che la commissione Ue non chiede ad un paese il loro recupero.

Giuseppe Ianniello

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