Napoli – Quartiere Scampia, di cui simbolo sono le vele, ormai note ai più come luogo di delinquenza e di degrado, non sono sempre  state così. Era il 1962 quando iniziavano i lavori di costruzione (che dureranno fino al 1975) delle 7 vele, chiamate così per la forma triangolare che ricorda appunto quella di una vela latina. Le vele, progettate dall’architetto Franz Di Salvo, sono dei palazzoni ad uso abitativo che prevedevano grandi unità di abitazioni, che avrebbero facilitato l’integrazione di centinaia di famiglie, spazi verdi tra l’una e l’altra e centri sociali  per la formazione di una comunità.

Con il tempo però, le vele di Scampia si sono tramutate in uno dei maggiori centri della criminalità territoriale a causa soprattutto dell’assenza dello Stato ad organizzare e controllare il quartiere: il primo commissariato di Polizia compare solo nel 1987. Continuano negli anni  le occupazioni abusive degli appartamenti, al punto che i cittadini oggi temono di allontanarsi dalle proprie case; e addirittura, affermano “siamo accampati come bestie in questo posto che cade a pezzi”. Conquista terreno la delinquenza, fino a far diventare le vele una delle maggiori piazze di spaccio del territorio napoletano.

Il degrado in cui con il tempo sono sprofondate le 7 vele ha portato all’abbattimento di 3 delle suddette tra il 1997 ed il 2003.

Ma i problemi del quartiere, con il passare degli anni, non sono stati risolti nonostante  sia sempre attiva la mobilitazione dei cittadini per l’urgente necessità di rimediare alla situazione criminalità e degrado in cui vertono le vele rimaste. Ultimo episodio è avvenuto proprio pochi giorni fa: un crollo della Vela Celeste ferisce una donna. Questo episodio ha determinato l’avvio di verifiche e controlli della vela e i dati acquisiti hanno portato il sindaco a scegliere per lo sgombero.

A seguito di tale decisione, il 4 Novembre c’è stato un presidio dei cittadini, con in prima fila il Comitato Vele, fuori Palazzo San Giacomo: lo sgombero lascerebbe senza casa ben 159 famiglie. Il provvedimento stabilito da De Magistris infatti non prevede nessuna sistemazione “di riserva” per le famiglie coinvolte, lasciando così centinaia di persone per strada.

I cittadini del quartiere pretendono che sia rispettato il loro diritto all’abitare e chiedono, prima di ogni sgombero, l’elaborazione di un piano abitativo sia per gli assegnatari che per gli occupanti delle vele.

A Scampia si lotta da anni per eliminare le vele, come ci dice Omero Benenfanti del Comitato Vele: “Questi mostri sono carceri speciali, la nostra battaglia è per toglierle e per avere una casa dignitosa per tutti. Qui si vive come topi”. Il progetto del Comitato Vele e dei cittadini del quartiere prevede l’abbattimento di tutte le vele tranne una (dove possano gli occupanti abitare nell’attesa delle case che gli spettano) e attuare il piano di rivalutazione territoriale che hanno già pronto, che prevede anche l’apertura di un’università a Scampia. Chiedono di non essere più presi in considerazione solo quando Scampia è protagonista di faide camorristiche e uccisioni, chiedono che finalmente “i Signori” si interessino agli abitanti del quartiere, alle condizioni in cui vivono e si cali il velo di silenzio e indifferenza posto su tutte quelle zone del territorio napoletano.

Continua Omero, “Le persone sono costrette a vivere in quelle topaie in condizioni degradanti, in mezzo all’amianto. Non se ne possono andare perché non hanno i soldi per fittare un’altra casa, le istituzioni li ha abbandonati e sono costretti a sacrificare sé e i propri figli”. Molti di quelli che sono occupanti abusivi infatti sono persone che da oltre 30 anni, inseriti nelle graduatorie, aspettano una casa dal comune, ma ancora niente… Eppure il comune di Napoli, e Scampia stessa, è pieno di case vuote!

  

Nell’ultimo incontro del Comitato Vele con il Sindaco, questo si è assunto l’impegno di velocizzare i cantieri per dare finalmente una casa a chi non ce l’ha, di occuparsi della manutenzione di Vela Celeste e addirittura di partecipare ad uno dei comitati settimanali del quartiere per poter discutere e trovare una soluzione definitiva per il problema vele con i cittadini stessi.

“Che le istituzioni lavorino per garantire finalmente l’uguaglianza sociale che a Scampia manca!” conclude Omero.

Lucia Ciruzzi

 

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