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Terrae Motus: la collezione di Lucio Amelio a Caserta

Mauro Felicori, direttore della Reggia di Caserta, ad ArteFiera ha annunciato che la collezione Terrae Motus del gallerista napoletano Lucio Amelio sarebbe stata nuovamente allestita e riaperta al pubblico.

Infatti, il primo giugno le opere di Terrae Motus sono state allestite nella Sala Grande – precisamente dietro la Cappella Palatina – che porta agli appartamenti storici della Reggia aperti al pubblico, occupando uno spazio espositivo di ben sedici sale. Il nuovo direttore, nell’attesa dell’arrivo dei finanziamenti e dell’avvio dei lavori di restauro, ha preferito anticipare l’esposizione delle opere che, appena aprirà il cantiere, saranno spostate temporaneamente in alcune capitali del mondo.

Terrae Motus è la collezione che per eccellenza rappresenta tutta l’arte degli anni ’80. Quest’ultima è nata grazie all’iniziativa del gallerista Lucio Amelio dopo il terremoto dell’Irpinia del 23 giugno 1980 che devastò la Campania e la Basilicata. Infatti, molti artisti come Joseph Beuys, Andy Warhol, Robert Mapplethorpe, Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis e Mimmo Paladino, crearono un’opera d’arte in reazione alla catastrofe dando un notevole contributo alla ricostruzione dei luoghi distrutti dal tragico evento sismico.

Terrae motus
Testamento di Lucio Amelio

In quegli  anni, l’Italia era considerata il modello occidentale per eccellenza per quanto riguarda il mondo dell’architettura, della moda e dell’arte. In particolare Napoli – grazie soprattutto a Lucio Amelio – divenne il centro culturale europeo. È qui che i giganti del contemporaneo – Joseph Beuys, Keith Haring e Andy Warhol – hanno dato vita alle opere più sorprendenti della collezione.

Composta da oltre 70 opere, Terrae Motus nel corso degli anni è stata esposta al Grand Palais di Parigi, a Villa Campolieto di Portsmouth, all’Istituto di Arte Contemporanea di Boston ed infine, come da testamento, è stata donata alla Reggia di Caserta. Tra le opere più note troviamo anche “Terremoto a Palazzo” di Joseph Beuys, “Senza Titolo” di Keith Haring, “Go West-Ho (Glut)” di Robert Rauschenberg e “Fate presto” di Andy Warhol.

Ilaria Cozzolino

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