Ormai i tempi di spade e fucili sono lontani: per eliminare l’avversario politico, bisogna armarsi di hashtag e seguaci, like e condivisioni.  È su Twitter, Facebook e gli altri social che i candidati alle elezioni regionali si scontrano e non si risparmiano nessun colpo.

Caldoro ha iniziato scrivendo sul suo profilo Twitter “A Salerno si uccide in strada, grave emergenza di sicurezza”, con l’hashtag #rischiocamorra, riferendosi al duplice omocidio avvenuto a Salerno per l’affissione di alcuni manifesti elettorali di un candidato di Forza Italia. Non manca la risposta di De Luca a difesa della sua amata città: Sciacallo e disperato: ingigantisce e specula sui morti pur di fare propaganda elettorale, ma non ingannerà nessuno”. Ma Caldoro non demorde e replica: “l‘emergenza c’è e non va negata. Bisogna lavorare insieme per la sicurezza dei cittadini di Salerno”.

Ma Caldoro sembra proprio divertirsi con gli hashtag: anche con la Ciarambino ha avuto una piccola battaglia. Ha attaccato la candidata grillina con un tweet: “Candidata 5stelle persona seria ma una funzionaria di Equitalia, cosa condivide del movimento? Candidati inesistenti“, è stato il cinguettio del governatore. Subito la risposta della Ciarambino: “@StefanoCaldoro Impiegata non funzionaria. Noi mettiamo in gioco il nostro lavoro per realizzare le idee in cui crediamo”.

Anche Marco Esposito, candidato con la lista Mò!, prende parte alla battaglia, provocando De Luca e Caldoro: “Nord 7 miliardi, Sud 4 milioni di fondi trasporto Cef. @stefanocaldoro e @vincenzodeluca chi tace acconsente? ”. Nessuna risposta, troppo pochi like e seguaci.

A vincere sarà chi ha più like su Facebook o chi pubblica più tweet su Twitter? Sicuramente la comunicazione è sui social, ma sta diventando un semplice botta e risposta senza un concreto riscontro nella realtà e si festeggia più per i mi piace ricevuti che per i voti. Speriamo che i politici italiani non diventino le fashion blogger dei giorni nostri.

Elena Morrone

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