Nell’asfissiante e appiccicoso caldo di questi giorni, prima uscita ufficiale di Vincenzo De Luca dopo la formazione della nuova giunta regionale. Il neo-governatore ha scelto come prima tappa della sua agenda lavorativa l’area di Bagnoli e precisamente le rovine dove sorgeva l’ex Città della Scienza. L’ex sindaco salernitano ha ricevuto la visita del ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti (ed ex sindaco di Reggio Emilia) Graziano Delrio.

De Luca va da subito in pressing sul governo, presentando il progetto di ricostruzioni del museo di Coroglio, disegnato da due giovani architetti: il napoletano Valerio Ciotola e il veneziano Andrea Guazzieri. Il via ai lavori è previsto per la fine del 2015, la fine tre anni dopo. Grande perplessità è stata espressa dal presidente della Regione sull’estromissione, da parte del Governo, del Comune di Napoli da qualsiasi decisione sul futuro di Bagnoli, un anno fa più o meno. Da allora non è mai arrivata la nomina del tanto declamato commissario e il ministro Delrio si è subito tirato fuori dai giochi: “È una questione di cui discuteranno De Luca e Renzi”, Per il governatore, invece, è auspicabile una soluzione per la quale il Comune rientri in gioco. Del resto l’assenza dell’assessore comunale Piscopo in conferenza stampa è un chiaro segnale che il sindaco Luigi De Magistris ha voluto dare per rimarcare la distanza col Governo.

Il recupero di Bagnoli è per De Luca la chiave strategica per il rilancio non solo di Napoli e della Campania, ma di tutto il Meridione.

“Per vincere la sfida -afferma De Luca- Bisogna sconfiggere la sottocultura della mummificazione e dello pseudo-ambientalismo, che impoverisce intere generazioni. A me non interessano le piccole porcherie della politica politicante, mi piacciono le grandi sfide, come quella di rendere la Campania prima in Italia e il più grande cantiere d’Europa. Sarebbe bello avere -continua- in dieci anni trenta miliardi di euro da scaricare sul territorio, per alimentare i progetti di trasformazione del luogo e l’umanizzazione dei quartieri.”

Il problema però è sempre quello della burocrazia, tuona il governatore: “La sfida vera, come direi a qualche rivoluzionario amante delle bandiere al vento, è passare dai progetti alle opere realizzate. Questo è il calvario. Vanno bene il Colosseo e Palazzo Vecchio, ma pure Mozart se lo ascolti trecento volte fa addormentare. Serve anche l’architettura innovativa, perchè la bellezza è sia cura del passato che arricchimento con nuovi segni architettonici”.

Ovviamente tutti i cittadini campani si augurano che le parole del presidente si realizzino, perché storicamente i “progetti di rinnovamento archittettonico” sono stati purtroppo fallimentari (vedesi le vele di Scampia e la colata di cemento abusivo del Villaggio Coppola, che ha spazzato via la maestosa pineta di Pinetamare, una delle più belle al mondo, sicuramente la più bella dell’area Mediterranea). Della conservazione dei beni del passato poi, non si può trattarne in queste poche righe, ma di certo la vergognosa situazione di Pompei ed Ercolano, nonché il degrado del centro storico di Napoli (il più grande e bello d’Europa, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco) mettono sotto gli occhi di tutti la triste realtà dei fatti.

Sul recupero di Città della Scienza poi De Luca afferma “Io firmo tutto, l’ho detto già ai miei dirigenti, anche perché un avviso di garanzia in più non mi cambia nulla”. Anche secondo Delrio “La rinascita di Bagnoli non è una sfida solo per Napoli. Se questa città tornerà ad essere una grande capitale europea e la Campania una regione leader in turismo, industria e cultura sarà una vittoria per l’Italia”. Continua il ministro: “Bisogna far capire agli imprenditori del nord che ogni euro investito al sud ha una ricaduta del quaranta per cento nel settentrione”.

Come per il governatore campano, anche per Delrio si ha la necessità di una scossa: “Abbiamo costruito in otto anni l’Autostrada del Sole, ottocento chilometri. Se quegli stessi ottocento chilometri si dovessero realizzare adesso ci vorrebbero ottant’anni o forse ottocento”.
Non possiamo che aspettarci comunque, che le slide dei progetti di recupero diventino realtà. Napoli e la Campania dovrebbero essere come una Smart City del nord-Europa. Ma la realtà, si sa, è sempre ben diversa dai sogni.

Domenico Vitale

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