Matteo Renzi intervistato a Otto e mezzo rivela le sue colpe.
La norma “salva Berlusconi” sarebbe stata approvata dai ministri su sua proposta, ma la sua idea cardine era piuttosto quella di favorire il fisco. Il problema che ora si ritrova dover sostenere è che anche questa sua intenzione non ha portato buoni frutti, anzi “La proposta di legge non solo non toglie 16 miliardi di introiti ma dà 16 miliardi per due. Non è vero che non colpiamo l’evasore o chi fa frode, ma per chi sbaglia di poco non ci sarà il processo penale” afferma. “Il sistema fiscale italiano non funziona. Ho detto evitiamo che il fisco se la prenda per 5-10 mila euro con uno che sbaglia: lo facciamo pagare ma non gli facciamo un processo penale. Per le aziende: se paghi 10 milioni di tasse e sbagli per 100mila euro, non ti dico che la facciamo buona ma ti chiedo il doppio. Parto dal presupposto che tu non lo faccia con l’idea di frodare ma che sia un errore”.
Tanta fiducia verso il prossimo quindi trapela dal discorso del premier che sembra aver aperto gli occhi e aver notato un fisco che non funziona da ben trent’anni, desideroso di esser modificato. Gli effetti della sentenza Berlusconi scadranno a febbraio e proprio da questo mese il premier medita di rimboccarsi le maniche e cambiar le sorti italiane.
Renzi ha poi continuato il suo discorso parlando del Quirinale. “Non credo sia possibile eleggere il presidente della Repubblica al primo turno. Se ci mettiamo sui primi tre voti a indebolire o impallinare un candidato poi quando c’è la maggioranza assoluta. Il voto buono è dal quarto in poi, scommetto che al quarto voto lo eleggiamo”.
Il premier conta quindi di presentare il candidato alle prime tre votazioni (che avranno la presenza dei due terzi dei 1008 elettori). Ottenuto il consenso si passerà alla quarta votazione per cui è sufficiente una maggioranza di 505 voti (di cui 450 sono del PD).
Come segretario, devo fare in modo che i 450 voti dei delegati del PD non giochino a ‘indovina chi’, senza preoccuparsi del passaggio storico che stiamo vivendo!” afferma in conclusione.
I primi intoppi si stanno già presentando. Il “salva Berlusconi” ha infatti generato non poche insicurezze e sembra che le minoranze Dem e Sel vogliano candidare Romano Prodi. Ma i renziani si fanno i loro conti. Stando ai calcoli se Prodi passerà alla quarta votazione non potrà prendere più di 300 voti. Si spera per il PD che questo calcolo sia esatto e non dettato dal desiderio di affrontare un roseo e luminoso futuro.
“Io posso parlare con i cattivi ma detesto i vigliacchi, quelli che dicono una cosa e ne fanno un’altra” afferma poi Renzi. “Questa legislatura è una legislatura che nel 2013 non è riuscita a eleggere il presidente della Repubblica, non sto mancando di rispetto a Napolitano, ma lui è stato costretto dall’incapacità del Parlamento. Io avverto una preoccupazione, evitare che si faccia la stessa figura”.
Per quanto riguarda il problema “elezione del presidente” il premier ritiene che per rispetto di Napolitano (ancora ufficialmente in carica) ogni tipo di discussione verrà affrontata il giorno dopo le sue dimissioni. Ritiene inoltre che dal punto di vista numerico sarà possibile eleggere il nuovo capo dello Stato senza i voti di Forza Italia, anche se non sarebbe possibile sul piano politico. Per far sì che ciò accada servirà la partecipazione del movimento Cinque stelle, ma non si è sicuri sulla loro decisione.
L’intervista si conclude con la dichiarazione di non voler cambiare la legge Severino e qualche parola anche per sé. “Il presidente del Consiglio sarà l’ultima cosa che farò a livello politico. Nel modello anglosassone è così, vale per tutti i leader europei: una volta che hanno terminato il loro impegno vanno a casa. È il principio della rottamazione, deve valere anche per me. Il mio obiettivo è cambiare le carte e poi cambiare mestiere”.

Alessia Sicuro

Alessia Sicuro
Classe '95, ha conseguito una laurea magistrale in filologia moderna presso l'Università di Napoli Federico II. Dal 2022 è una docente di lettere e con costanza cerca di trasmettere ai suoi alunni l'amore per la conoscenza e la bellezza che solo un animo curioso può riuscire a carpire. Contestualmente, la scrittura si rivela una costante che riesce a far tenere insieme tutti i pezzi di una vita in formazione.

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