Lui è Luigi Nicolais, il possibile candidato unitario sostenuto dai moderati del Partito Democratico in Campania che intendono superare le Primarie per tentare l’accordo con il centro di NCD e UDC. Sono in tanti ad essere contrari, ma non è detto che non si possa aggirare l’evento democratico, nonostante il nervosismo di Andrea Cozzolino e De Luca.
Se sui nomi c’è molta poca chiarezza, perché all’interno del PD le correnti stanno dando vita ad una pessima lotta intestina, dei programmi nessuno parla. Nessuno, fino ad ora, ha speso parole chiare sull’alternativa di governo rispetto alla giunta Caldoro. In questo senso, però, è proprio il presidente del Cnr a cominciare a schierarsi sul tema campano per eccellenza: questione ambientale.
Sul tema ambientale parla chiaro sin dal 2008
Sui rifiuti, infatti, Nicolais è molto deciso, lo è sin dal 2008, nel pieno della crisi della città di Napoli. A quei tempi, da ministro per le Riforme e l’innovazione del Governo Prodi, volle dare un “contributo tecnico”, una via d’uscita. L’allora ministro indicò ben quattro punti: una task-force di amministratori pubblici (i presidenti delle 5 province, i sindaci dei Comuni capoluogo e il Presidente di Regione), che avrebbe dovuto affiancare il commissario, per coordinare interventi e dialogare con i cittadini; il potenziamento della raccolta differenziata, la separazione tra rifiuti speciali e rifiuti solidi urbani, da bruciare nei termovalorizzatori perché, spiegava “così avviene in tutta Europa”. E, quindi, la proposta: costruire almeno cinque termovalorizzatori in Campania, uno per ogni provincia, l’individuazione di altre discariche.
Oggi la pensa così
Ma queste sono le dichiarazioni che rilasciava a Repubblica nel 2008, Nicolais avrà cambiato idea, nel frattempo. E parrebbe di no, perché è di qualche giorno fa la sua dichiarazione più recente sulla questione rifiuti. Ha dichiarato: “Se dovessi scegliere, non avrei dubbi: preferirei abitare vicino ad un termovalorizzatore gestito correttamente piuttosto che accanto ad un grande sito di compostaggio. La puzza mi spaventa più dei rischi per la salute”. Nell’intervista rilasciata al Mattino ha poi spiegato: “Ho fatto il ricercatore per tutta la vita – argomenta – e l’unica cosa che mi spaventa del termovalorizzatore è la perdita di controllo. Per questo dico che tutti noi dovremmo chiedere continui dati sull’aria, sulle emissioni e sulle temperature della combustione, reclamando un accesso sistematico ai parametri critici”.
Quindi, cosa ne pensa, il possibile candidato unitario, degli inceneritori? “Un impianto che brucia rifiuti deve essere controllato continuamente e con scrupolo. Se si evita la produzione di prodotti volatili come la diossina, se il sistema di combustione è tale da evitare che si superino certe temperature, a parte l’estetica e la psicologia non ci sono rischi. Infine, c’è il compostaggio: se si tratta di piccoli impianti, il problema non c’è”. Nicolais, almeno, è chiaro su questo punto programmatico.
Luca Mullanu