Manolo Gabbiadini non si ferma più: l’attaccante ex Napoli ha iniziato alla grande la sua avventura in Inghilterra, avendo siglato ben 6 reti in solo 4 gare e diventando in poco tempo l’idolo dei tifosi del Southampton. Ripercorriamo la sua carriera e cerchiamo di capire cosa non ha funzionato con Maurizio Sarri, tecnico dei partenopei.

GLI INIZI – Gabbiadini, cresciuto nel settore giovanile dell’Atalanta, ha sempre giocato nel ruolo di attaccante, alternando il ruolo di prima e di seconda punta. Dopo essere stato a Palazzolo e Montichiari, Manolo ritorna a Bergamo ed esordisce in Serie A il 14 marzo 2010 all’età di 18 anni, anche se nella stagione seguente passa al Cittadella, in modo da accumulare esperienza in un campionato difficile come quello cadetto. Concluderà la stagione con sole 5 reti, tuttavia le prestazioni sono molto convincenti, tanto è vero che viene scelto tra i migliori talenti protagonisti della Serie B. Successivamente, l’Atalanta decide di puntare su di lui e a 20 anni segna il suo primo gol in Serie A, e le sue ottime giocate convincono la Juventus ad acquistarlo in comproprietà, anche se non indosserà mai la maglia bianconera, visto che  giocherà prima con il Bologna e poi con la Sampdoria, in cui ci sarà la vera e propria esplosione del giocatore: da segnalare un gol su punizione contro il Genoa, che permette ai blucerchiati di vincere un derby molto sentito, e di conseguenza diventa l’idolo dei suoi tifosi. Nella Samp Gabbiadini gioca prevalentemente a destra, e questa posizione gli consente di sfruttare meravigliosamente il sinistro, il suo piede forte. Nel 2015 viene acquistato dal Napoli per 12.5 milioni di euro.

NAPOLI – Come detto, nel gennaio 2015 Gabbiadini viene acquistato dal Napoli di De Laurentiis. Il colpo è uno di quelli che fanno rumore, visto che l’attaccante ex Samp era uno degli uomini più in forma del momento in Serie A: alla guida dei partenopei c’è Benitez, e questo consente a Manolo di giocare con discreta continuità, nonostante non sia il titolare dell’attacco dato che c’è un certo Gonzalo Higuain. L’attaccante a volte viene schierato come punta centrale per far rifiatare l’argentino, mentre a volte esterno a destra, cioè nello stesso ruolo in cui era stato utilizzato alla Sampdoria. Insomma, nonostante qualche piccola difficoltà, Gabbiadini disputa un’ottima seconda parte di campionato, che gli permette di chiudere con 20 reti tra campionato, Europa League e Coppa Italia, con una media di un gol ogni 122 minuti. I veri problemi iniziano nella stagione seguente, cioè quando arriva a Napoli Maurizio Sarri, allenatore che aveva incantato ad Empoli: in Toscana il modulo utilizzato dal mister era il 4-3-1-2, e questo poteva spalancare le porte all’ex attaccante del Bologna, visto che poteva giocare tranquillamente come seconda punta. Tuttavia, a seguito a dei brutti risultati in avvio di campionato, Sarri vara il 4-3-3 con Insigne, Higuain e Callejon, e i tre diventano un terzetto micidiale, che fanno accantonare definitivamente in panca Gabbiadini. Con Higuain cosi in forma, è impossibile per Manolo ritagliarsi il suo spazio, anche se quando viene chiamato in causa riesce sempre a far sentire la sua presenza, sebbene il giocatore inizi a perdere sicurezza e autostima. La grande occasione arriva nel corso di quest’estate, cioè quando El Pipita viene acquistato dalla Juventus per circa 94 milioni di euro e soprattutto quanto il suo “antagonista” Milik si fa male gravemente in Nazionale; Gabbiadini a questo punto ha più chance per dimostrare il suo valore, ma non riesce mai ad incidere, sia per un po’ di ruggine dovuta alla tanta panchina e sia per una questione tattica: l’attaccante di Calcinate non ha mai giocato come punta di centrale in un 4-3-3, e attacca costantemente la profondità, cosa che contrasta con il gioco dell’allenatore del Napoli, che vuole un gioco fatto di triangolazioni, verticalizzazioni veloci e con un centravanti che dialoghi nello stretto con gli altri compagni. Per questo motivo, dopo alcune chance fallite, Sarri decide di inventarsi Mertens centravanti, e questa mossa cambierà il destino di Gabbiadini, che non è disposto ad accettare ancora una volta la panchina.

Gabbiadini
Gabbiadini e l’allenatore del Napoli Sarri: un amore mai sbocciato

IN PREMIER – Gabbadini si trasferisce al Southampton nel gennaio di quest’anno, e come abbiamo detto all’inizio di questo nostro percorso, il giocatore inizia a segnare tantissimo, tanto è vero che che i tifosi dei Saints gli dedicano addirittura un coro: “Les Reed è andato in Europa per comprare una Lamborghini, ma ha comprato un attaccante, il suo nome è Manolo Gabbiadini”. Come è possibile una trasformazione cosi netta? Bastava cambiare semplicemente aria, oppure Claude Puel, allenatore del Southampton, è riuscito fare con il suo 4-2-3-1 quello in cui Sarri ha fallito? La risposta è difficile, ma Gabbiadini non era più felice a Napoli, cosi come ha dichiarato a Sky Sport: “Non potevo continuare più così: finivo le partite e mi sentivo triste perché non mi sentivo coinvolto. Quando sono andato via ho detto: ‘devo cambiare’. Dovevo dimostrare a me stesso che ero ancora capace di giocare a calcio”. Non sappiamo cosa possa essere scattato nella testa del giocatore, ma una cosa è certa: Gabbia-gol è tornato.

Salvatore Cantone

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