FaceGloria. Così si chiama il primo social network dedicato agli evangelisti che permette agli utenti di condividere foto e post finalizzati alla valorizzazione della loro religione.

Nato in Brasile, FaceGloria è online dallo scorso 4 Giugno ed ha già più di 50mila iscritti che hanno preferito la sostituzione della parola “like” con “amen”. Appena si accede alla home page del sito, si può leggere una piccola descrizione: la rete perfetta per condividere con altri l’amore e la sapienza cristiana”.

FaceGloria

Come Facebook, anche questa nuova piattaforma ha delle regole: riferimenti a droga ed alcol, immagini di baci tra omosessuli, pensieri positivi su transgender ed il diritto di amare in libertà chiunque, verranno banditi. Ma, al contempo, sono ammesse foto di donne in bikini. Infatti, a tal proposito Atila Baros, creatore del social network, ha dichiarato:

“La natura è una creazione di Dio”

FaceGloria ha avuto un gran successo in Brasile grazie al gran numero di fedeli, i quali sostengono che questo nuovo social network possa essere un punto di incontro e riferimento “per famiglie e giovani con la testa a posto”.

Non è la prima volta che, attraverso internet, si pensa di attirare i giovani verso la fede . Infatti ricordiamo il cartone animato dei testimoni di Geova, il quale ha ricevuto molte critiche negative.

Dunque, FaceGloria dà la possibilità ai credenti, guidati dal loro gusto personale, di utilizzare questa nuova rete di comunicazione. Ma ciò che lascia senza parole è il regolamento. Perché una donna in bikini è considerata parte della natura e gli omosessuali e transgender no? Cosa c’è di male nel non sentirsi parte dello stereotipo di genere? O nell’innamorarsi di una persona dello stesso sesso?

Sicuramente con FaceGloria non si è imposto di voler far avvicinare qualsiasi persona alla religione, ma ciò non toglie che determinate regole siano un’esagerazione. L’ultima aggressione ad un transgender è avvenuta una settimana fa, quando Aurora Marchetti in un video, tramite il suo canale YouTube, ha denunciato l’accaduto. Purtroppo sono tante le notizie di questo genere di fronte alle quali molti sono indifferenti. Insomma, nessuno è contro queste piattaforme religiose, ma l’ostinazione nel classificare come diverso chiunque non sia eterosessuale fomenta odio e razzismo.

Accedi a FaceGloria

Ilaria Cozzolino

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