James e Irving guidano la squadra al primo successo dopo 7 sconfitte consecutive contro gli Warriors. I campioni restano avanti (2-1) ma abbiamo una serie

Alzi la mano chi ha capito qualcosa di questa serie. Due gare ad Oakland, dominio Golden State e 48 punti di scarto totali. La serie si sposta alla Quicken Loans Arena e Cleveland torna la squadra che aveva concesso solo due vittorie (nessuna in casa) alle sue avversarie in questi playoff, prima delle Finali. Una partita, così come la precedente, mai in discussione, che i padroni di casa hanno condotto dall’inizio alla fine, senza mai andare sotto neanche di un possesso. 32 punti, 11 rimbalzi e 6 assist per LeBron James, unico giocatore nella storia delle Finals assieme a Kareem-Abdul Jabbar a disputare 7 partite con 30+ punti, 10+ rimbalzi e 5+ assist.

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REAZIONE – Il sunto di gara-3 è tutto in questa immagine: LeBron deraglia, si rialza immediatamente e throws it down con una violenza mostruosa. In questo gesto c’è tutta la rabbia e la frustrazione repressa nelle due gare precedenti, dove i campioni della Eastern Conference erano sembrati quasi impotenti: Cleveland c’è e non si arrende. “Finalmente siamo tornati al nostro gioco,” ha dichiarato il Re a fine gara, “è stata una vittoria di squadra”. Forse non proprio di tutta la squadra, poiché 105 dei 120 punti totali sono stati macinati dal quintetto titolare, però, i giocatori da cui ci si aspettava una risposta, hanno risposto presenti: Kyrie Irving (30 punti e 8 assist) e Jr Smith (20 punti, 5/10 da tre). Nonostante l’assenza di Kevin Love (rimpiazzato in quintetto dal 35enne Jefferson), i Cavs sono stati molto efficaci offensivamente, tornando a dominare anche da dietro l’arco, cosa che non era mai riuscita alla Oracle Arena. Le triple realizzate sono state 12, la somma di quelle realizzate in gara-1 e -2; la differenza è nelle percentuali: 48% stanotte contro il 27,2% di Oakland. LeBron, invece, ha quasi totalmente eliminato il tiro da fuori (due soli tentativi stanotte), privilegiando le penetrazioni e le giocate in post. Anche stanotte, i suoi punti sono arrivati prevalentemente da dentro il perimetro (29). Ma a fare la differenza è stata anche una difesa finalmente all’altezza. È vero che Curry e compagni non hanno tirato come loro solito, ma i Cavs non hanno mai avuto buchi difensivi e hanno sempre raddoppiato l’uomo quando venivano chiamati i set offensivi di Golden State. Nei 22 minuti in cui in campo c’era la line-up iniziale, Cleveland ha avuto un Difensive Rating di soli 82.9 punti concessi. Un miglioramento abnorme rispetto ai 100.2 delle prime due gare.

POCO GUERRIERI – Do or die è stato il grido di battaglia lanciato da James prima di questa gara. Era prevedibile che ci fosse una reazione dei Cavs. Meno prevedibile, invece, la prestazione dei campioni NBA, molto simile a quella di gara-5 contro Oklahoma di qualche settimana fa. 19 punti per Curry, di cui però solo 2 punti nel primo tempo; gli altri sono arrivati a partita già archiviata. Così come per le Finals 2015, un inizio non sfavillante del due volte MVP, da cui aspettiamo ancora una gara “alla Curry”. “Siamo stati soft. E quando sei soft vieni dominato a canestro e tendi a perdere palla”. Analisi perfetta come sempre di Steve Kerr. Gli Warriors sono stati poco reattivi a rimbalzo (18 rimbalzi offensivi per Cleveland), dando la possibilità agli avversari di crearsi la cosiddetta second chance points, da cui sono arrivati 23 punti. Le 18 palle perse hanno, invece, generato 34 punti. Troppi errori per una squadra che fa dei contropiede una delle armi principali. Offensivamente, i problemi al tiro degli Splash Brothers potrebbero iniziare a pesare. Nelle prime due gare il grande apporto della panchina aveva nascosto in parte le percentuali di Curry e Thompson, ancora una volta sotto i 20 punti.

Il grande gesto di Jr Smith, non convalidato
Il grande gesto di Jr Smith, non convalidato

GARA-3 – Che Cleveland abbia intenzione di capovolgere il senso di questa serie si vede dai primissimi possessi, sia offensivi che difensivi: parziale iniziale di 9-0, che rappresenta il suo vantaggio più ampio nell’intera serie, e tiri contestati a Golden State che fruttano 6 errori.  LeBron segna i suoi primi 4 tiri (8 punti). Cleveland tiene il ritmo basso per cercare di ridurre il flow degli avversari e costringerli a dei tiri forzati. Irving è superlativo nel primo periodo (16 punti), che termina 33-16. Splash Brothers ancora a secco (0/8) e Thompson che esce zoppicando per un contatto con Mozgov. 72% dal campo per Cleveland, 32% per Warriors. Nel secondo quarto, Golden State sembra entrare finalmente in partita: 7-0 di parziale in apertura. Thompson torna in campo e, così come in gara-6 ad Oklahoma, è lui a spingere i suoi (10 punti), portandoli a una cifra di svantaggio. James, supersonico nel primo quarto, solo 2 punti e 1/10 al tiro. Smith allo scadere prova la giocata della gara, ma non è valido. Primo tempo finisce 51-43. Golden State tira malissimo da dietro l’arco (2/14). Curry solo 2 punti.
Ci aspetteremmo adesso degli Warriors che onorino il nome che portino e, invece, Cleveland apre il terzo periodo analogamente al primo: nuovo parziale e +18. Il risultato adesso ondeggia attorno a questa distanza tra le squadre. Curry mette la prima tripla della serata (ne arriveranno altre due). Ma la super schiacciata di LeBron James a 2’35” alla fine del terzo quarto, che vale il + 20 (79-59), chiude definitivamente la gara. Finisce 120-90. LeBron c’è. Cleveland pure. Abbiamo una serie. Gara-4 nella notte tra venerdì e sabato.

Michele Di Mauro

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