Fabio Mora e Fabio Bronski sono i membri del duo Mora & Bronski. Il gruppo, nato nel 2014, si pone l’obbiettivo di riportare in auge il genere Blues in chiave moderna ed italiana.

Mora & BronskiIl gruppo Mora & Bronski è nato nel 2014 e sta consolidando la collaborazione tra due colleghi ed amici. Il 30 marzo è stato pubblicato il nuovo album 50/50. Quali sono le motivazioni alla base della vostra scelta di voler intraprendere un percorso parallelo?
Mora: «Sono due anni e mezzo/tre che il progetto è attivo. Prevalentemente nasce da questa radice afroamericana, ma in realtà è un qualcosa di più originale. Essendo musicisti e artisti in giro da un po’ di tempo, ci sembrava riduttivo fare solamente reinterpretazione di alcuni brani. Questo è quello che piace fare a noi: mettere sempre un colore, un seme della nostra creatività e non solamente un copiare o un rifare una cosa che è già stata creata. Siamo cantante e bassista di una band longeva (i Rio) e la prima volta che abbiamo avuto una pausa artistica con i Rio, dovuta ad una serie di vicissitudini, io e Bronski, che siamo amanti della musica afroamericana (che avevamo accantonato per un po’), per un paio di mesi è subentrata questa grande passione e di aprirsi ad una cosa che avevamo accantonato come il Blues. Abbiamo fatto un paio di concerti per degli amici e da lì è venuta la voglia di mettere nero su bianco quello che per tanti anni abbiamo relegato in un cassetto. Abbiamo poco interesse a cercare qualcosa di trascendentale, siamo molto diretti. Il primo disco, che si chiamava “Naif”, si rifà molto al nostro territorio. Anche per staccarci da tutto quello che era il mainstream dei Rio: i colori, studio, fotografi, interviste, ecc… Siamo voluti ripartire da zero, con uno stile molto basilare. Pensa che la prima copertina l’ho fatta io con il cellulare. “Due” era semplice, diretto e raccontava quello che siamo noi. Già in “Due” avevamo aggiunto due nostri inediti. In “50/50” ci sono 8 brani nostri originali e 8 cover, di cui una canzone tradizionale sarda anni ’20. Un’evoluzione della nostra scrittura. Significa che il Blues si può trovare ovunque, in qualsiasi cultura.»

Un blues italiano che per un italiano è la lingua più semplice che c’è” – dite nel brano Spaghetti Blues.
Mora: «Bisogna cercare una propria cifra. Noi volevamo fare qualcosa di nostro. Io non vedevo l’ora di sperimentare e provare. Era proprio la scusa per riprendere una musica che mi ha sempre scosso da dentro. L’Italia è un paese molto refrattario nei confronti di questo genere musicale. Un esempio su tutti è Pino Daniele, che non ha mai nascosto che del Blues ha fatto la sua radice principale. Chiaramente non era un Blues canonico che conoscono tutti quanti, ma era il suo. “Spaghetti Blues” è il Blues di Mora & Bronski. Quella frase sta a significare un qualcosa di provocatorio: “o fai il Blues in un certo modo o non puoi considerarlo Blues”. Per me è sbagliatissimo perché la musica è un insieme di incroci, mescolanze. Tutti sanno bene che quando c’è un incontro di culture ne salta sempre fuori qualcosa di speciale. Non penso che abbiamo inventato nulla di nuovo ma penso che stiamo provando a fare qualcosa di nostro.»

Ci sono delle Special guest: Poggi all’armonica, Kooperman alla chitarra, Bayou Moonshiners alla voce e al piano. Come li avete scelti?
Mora: «Con parecchi di loro avevamo già collaborato. Chi si occupa di noi è un appassionato di Blues, presidente di un Festival Blues che fa più di 4mila presenze ogni volta. Avevamo espresso il desiderio di collaborare con Poggi, perché è uno dei pezzi storici del Blues in Italia. Un sogno che si è realizzato ed è nata una grande empatia, è impazzito per quello che stavamo facendo. Deborah Kooperman è un grande personaggio, a casa sua sono passati dei grandi artisti. Avere lei che, la prima volta che è arrivata nel nostro paese se ne è innamorata, poi è stata fortemente voluta da Guccini nei suoi primi due album. Vive nelle campagne veronesi; ci siamo incontrati per scambiare qualche esperienza e alla fine l’abbiamo catapultata all’interno del disco. Gli altri sono amici. con i Bayou Moonshiner c’è stata un incontro sul palco, abbiamo fatto una jam insieme. Sono due grandissimi musicisti e amici».

Primi appuntamenti

L’8 aprile Mora & Bronski si sono esibiti alle “Cantine de l’Arena” con Deborah Kooperman. Il sogno è quello di portare qualche brano in radio. Con alcuni adattamenti, questa volta live, proveranno ad avvicinarsi sempre di più alle sonorità del disco.

Blues italiano

Mora ha concluso dicendo: «Stiamo cercando di portare il nostro blues all’estero. Al di fuori dei confini nazionali».

Sara C. Santoriello

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