Napoli continua a raccogliere le esperienze cinematografiche dei suoi abitanti: dopo Humans of Naples (mostra di Vincenzo Noletto), ecco arrivare un altro foto-progetto realizzatosi tra le strade della città, per raccontarne la gente e la storia attraverso una nuova prospettiva.

“Io Penso Che…” è il nome del progetto di Emilio Porcaro (visita la pagina Facebook), giovane fotografo partenopeo, volto alla sensibilizzazione del pensiero.

io penso che...Frasi immediate, spontanee, messe a nudo su un foglio di carta senza che vi sia necessariamente qualcosa dietro da indagare, se non la persona che rappresentano. Classe 1985, Emilio nasce come architetto, per poi reinventarsi fotografo seguendo una vecchia passione, realizzando progetti che più dell’aspetto premiano la sostanza: infatti, “Io Penso Che…” si colloca su una scia di lavori in via di espansione che hanno come scopo lo smascheramento, la spontaneità che è sempre più difficile da trovare.

È una volontà, quella per il quale io ho iniziato a fare queste fotografie (diciamo anche un po’ per gioco), di fare in modo che le persone si mostrino per ciò che sono –racconta Emilio– perchè penso che oggigiorno si tenda sempre un po’ a mascherarsi, a cercare di non mostrarsi davvero per come si è, ci si crea forse un personaggio con il quale potersi relazionare agli altri“.

Infatti già precedentemente aveva realizzato una mostra fotografica fatta di soli sguardi, “Ciò che vedo e ciò che mi sento”, secondo quella che è la più antica verità: gli occhi sono lo specchio dell’anima.

In cosa consiste il progetto?
“Questo foto-progetto consiste nella ricerca di avere un contatto diverso con le persone, facendo in modo che queste scrivano su dei prestampati che io metto nelle loro mani un pensiero. Questo pensiero deve essere qualcosa di estemporaneo, cioè qualcosa che uno si sente dentro, non per forza qualcosa di costruito o che abbia un particolare significato a livello simbolico, ma deve essere qualcosa che la persona realmente sente. Questo di provare a far scrivere in poche parole ciò che ognuno sente dentro è il mio tentativo di far riacquisire alla persona un po’ della semplicità che ha dentro, che può essere espressa con un pensiero.”

io penso che...Qualcosa ti ha ispirato particolarmente?
L’ispirazione diciamo è venuta perchè ci sono già due foto-progetti che si basano su queste tematiche legate all’interiorità delle persone: Human of New York di un fotografo americano che ritrae la gente gente di New York e crea un mappatura della città attraverso i volti delle persone, e quello di un altro collega fotografo, Vincenzo Noletto che ha creato Humans of Naples, ispirato al precedente.

Cosa hai voluto comunicare con “Io Penso Che…”?
La mia idea era quella di mantenere sempre un rapporto con il sociale, ma non solo con la città di Napoli, bensì su una linea più ampia, essendo il pensiero la cosa più universale di tutte e non può essere legato solo alla condizione di vivere in una città o in un’altra. Non a caso, questo foto-progetto ha preso vita quando vivevo a Firenze.

“Io Penso Che…” è un progetto in continua espansione, ma al momento è già possibile visionare alcuni “pensieri” in una mostra fotografica esposta allo Slash, in via Bellini 45, Napoli.

Camilla Ruffo

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