Doveva partire presso la stazione ferroviaria salernitana la prima delle ronde notturne organizzate dall’associazione Tradizione Futuro per ovviare alle richieste di alcuni residenti infastiditi dalla presenza, a qualsiasi ora del giorno e della notte, di cittadini italiani e stranieri abusivi nei pressi della stazione. L’associazione, guidata da Rosario Peduto, portava con sé uno striscione con su scritto “Più sicurezza, basta con questo schifo“.

Alle ore 21, autorizzato dal Questore di Salerno Alfredo Anzalone, è iniziato il presidio, dove anche il sindaco Enzo Napoli è passato a salutare gli organizzatori. Pochi minuti dopo, un gruppo di membri delle associazioni Ueue, Uds, Porticciolo di Pastena, Link e Riff Raff si è posizionato a pochi metri dal sit in di Tradizione Futuro iniziando a contestare l’attività messa in campo dall’associazione politica di via Calenda. A quel posto le forze dell’ordine presenti (polizia, carabinieri, Digos) hanno chiesto l’invio di altri rinforzi che, nel giro di poco tempo, sono arrivati muniti di manganello.
“Quelli dei centri sociali” (come li definirebbe Matteo Salvini) hanno iniziato ad urlare “Fascisti carogne tornate dalle fogne” e a cantare la storica canzone “Bella ciao” del movimento partigiano italiano.

Peduto ha dichiarato:

È inaccettabile che non abbiamo potuto svolgere serenamente una manifestazione per chiedere maggiore sicurezza nella nostra città soltanto perché delle persone non autorizzate a stare qui sono venute ad insultarci. Questa è la legalità a Salerno? Forse la parola ronda non è stata capita: noi non siamo venuti per pattugliare e sanzionare qualcuno, ma soltanto per denunciare un problema di insicurezza che esiste. Basta parlare con chi vive nella zona per capire che il degrado c’è [..] E poi come possiamo essere razzisti noi se come associazione siamo legati alla comunità dei senegalesi che è anche venuta a suonare alla chiusura della mia campagna elettorale nel 2011. Tutti sanno che siamo un’associazione aperta a tutti. A Natale doniamo anche decine di pacchi alimentari alla mensa dei poveri dove vanno a mangiare sia italiani che stranieri. E noi saremmo i razzisti?

Le dichiarazioni ufficiali dell’ANPI:

“Abbiamo appreso che l’Associazione di estrema destra Tradizione Futuro Salerno ha organizzato la sera del prossimo 10 luglio una ronda notturna per denunciare e segnalare ogni situazione di disagio e insicurezza.
Questo episodio induce l’ANPI a esprimere ferma opposizione e a richiamare tutti alla necessaria saggezza.
Tali iniziative tendono a diffondere la “politica della paura”, alzare il livello di tensione, per scopi di carattere prettamente politico finalizzate ad accrescere il consenso.
La paura, come diceva Montesquieu, è la molla che fa funzionare il dispotismo perché rende insicuri e comporta che si creino i capri espiatori; divide, crea diffidenza. L’insicurezza è un problema oggettivo, le dittature, a partire da quella fascista, ci hanno dimostrato che alimentando il sentimento di insicurezza, si innesta una politica di amplificazione della paura, perché i cittadini “in nome della sicurezza” sono portati a sacrificare quote sempre maggiori della propria e dell’altrui libertà, e questo favorisce il dispotismo.
Per superare la paura e garantire la sicurezza, in Italia si è pensato (Maroni), con la legge n. 94/2009, di istituire le ronde. Tale legge è stata bocciata in parte dalla Corte Costituzionale, che si è pronunciata sui giudizi di legittimità costituzionale promossi dalle Regioni Toscana, Emilia-Romagna e Umbria, con la sentenza 226/2010 dichiarando, illegittimo l’impiego da parte dei sindaci delle ronde nelle situazioni di disagio sociale. C’è da prendere atto che le ronde, poi, laddove sperimentate si sono dimostrate fallimentari per una mancanza di preparazione e qualifica, a dimostrazione che la giustizia fai da te non funziona.
L’utilizzo di privati cittadini organizzati in “ronde” per mantenere l’ordine pubblico nelle nostre strade è un fatto gravissimo. Aldilà delle dichiarate buone intenzioni, è evidente che tale provvedimento può dare adito a scontri sociali di difficile contenimento.
“La tutela della sicurezza, cioè dell’ordine pubblico, è per quintessenza il luogo dell’imparzialità, della neutralità. E quindi è il luogo dello Stato che, nella sua oggettività e attraverso apparati neutrali, obbedisce alla legge. Lo Stato è nato come dimensione dell’autorità al di sopra delle fazioni. In altri settori della vita pubblica possono valere gli indirizzi politici, ma non in quello della sicurezza. Negli Stati ben strutturati, il ministero dell’Interno è il meno politico, il più oggettivo.
Il pericolo delle cosiddette ronde sta nell’idea di dare a cittadini, cioè a persone implicate nelle divisioni sociali, un potere di ordine pubblico”. (Gustavo Zagrebelski)
Tutto ciò è inconcepibile in uno Stato di diritto. Non apriamo le porte a eventuali nostalgie del passato.
Nelle nazioni democratiche a garantire ordine e sicurezza sono le forze di polizia e laddove sono carenti vanno potenziate. Questa forma di vigilanza “fai da te” fa passare nel Paese il messaggio che chiunque può sentirsi autorizzato a procurarsi giustizia, mettendo a repentaglio la propria incolumità oltre a quella dei presunti criminali.
Il principio fondamentale dello Stato moderno che la tutela dell’ordine pubblico deve essere in mano neutrale deve essere difeso.
Chiediamo a Voi Prefetto, Questore e Sindaco di Salerno di mostrare saggezza e coerenza democratica impartendo le opportune disposizioni per evitare lo svolgimento di tale iniziativa di stampo neofascista, cosi da garantire l’assoluto rispetto dei fondamenti e dei principi della nostra Costituzione.
Sicuri che saprete svolgere il ruolo che Vi spetta in un Paese democratico, Vi porgiamo i nostri cordiali saluti.”

Per il Comitato Provinciale dell’A.N.P.I di Salerno
Il Presidente Luigi Giannattasio

Fatto sta che con parole forti e slogan efficaci si riesce a creare un mix letale che annebbia la mente delle persone. La verità probabilmente è nel mezzo e abbraccia le argomentazioni più disparate: il bisogno di sicurezza, la memoria storica che si riaccende con alcune iniziative, la tensione ed il conflitto tra idee contrastanti. Fatto sta che, come sosteneva anche Thomas Hobbes, in assenza di leggi e istituzioni giuridico-politiche competenti in materia, gli uomini si comportano come se ci fosse una “guerra di tutti contro tutti”, secondo cui vige il diritto di tutti a tutto, e ciò vale per gli oriundi come per i clandestini.

Sara C. Santoriello

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