Un radar laser (o meglio, un lidar) per analizzare i fumi in uscita dai crateri vulcanici e giungere ad una previsione affidabile delle eruzioni.

È stato chiamato BILLI (BrIdge voLcanic LIdar), il dispositivo nato dalla collaborazione tra ENEA e Università degli Studi di Palermo nell’ambito del progetto europeo BRIDGE (Bridging the gap between gas emissions and geophysical observations at active volcanoes) dell’European Research Council, guidato dal Prof.Alessandro Aiuppa dell’Università degli Studi di Palermo, con lo scopo di migliorare i modelli di previsione delle eruzioni e garantire alla popolazione il tempo necessario per un’evacuazione sicura e serena

L’ultima sperimentazione del radar laser BILLI è stata effettuata nelle scorse settimane nei pressi del vulcano Stromboli; grazie alla combinazione del lavoro del laser e dei software ad esso collegati, i ricercatori sono riusciti ad ottenere i dati riguardanti la concentrazione di biossido di carbonio nei fumi vulcanici, insieme ad una rappresentazione tridimensionale del pennacchio.

La tecnologia laser di BILLI ha consentito di misurare la concentrazione di CO2 nei gas vulcanici a distanza; una vera innovazione, se si pensa che il campionamento risulta essere, ancora oggi, un’operazione piuttosto pericolosa per gli esperti del settore.

Rappresentazione dell'azione dei laser radar di BILLI a Stromboli
Rappresentazione dell’azione dei laser radar di BILLI a Stromboli

Grazie ad un complesso sistema di specchi, il fascio laser di BILLI può essere impiegato in qualunque direzione; grazie a questa particolarità del sistema, il software collegato può raccogliere i dati necessari ad elaborare una rappresentazione tridimensionale dei pennacchi vulcanici.

Un laser Made in Italy che sfida i vulcani

BILLI nasce nel Laboratorio Diagnostiche e Metrologia del Centro ENEA di Frascati.

Uno dei responsabili del Laboratorio, Luca Fiorani, spiega l’utilità della misurazione laser: “Misurare il biossido di carbonio in pennacchi vulcanici rappresenta una grande sfida scientifica e tecnologica.                                                      

Questa sfida è già stata vinta nello scorso ottobre grazie ai test effettuati presso la Solfatara di Pozzuoli, che hanno consentito un’osservazione dei gas a distanza moderata”.

Una misura del genere non era mai stata realizzata in precedenzaaggiunge il professor Aiuppa, coordinatore del progetto – il radar laser permette di effettuare scansioni con rapidità e continuità molto superiori a quelle ottenute finora: presto potremo installare radar laser fissi per sorvegliare i vulcani”.

 Per ulteriori approfondimenti, vi rimandiamo al sito dell’ENEA, dove è presente un piccolo reportage sulla campagna sperimentale del progetto Bridge

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