How-To Survive A Deadly Global Virus © Max Siedentopf

La paura del contagio è spesso più letale della malattia stessa. In un mondo in cui si è trascinati dalle ondate mediatiche che speculano sull’emergenza epidemiologica, dalle immagini apocalittiche dei film hollywoodiani che hanno creato un’ansiogena memoria collettiva, è difficile mantenere la calma. È ciò che sta accadendo in particolare in Italia, dallo scoccare del nuovo anno dinanzi l’emergenza coronavirus e la malattia respiratoria associata da COVID-19: discriminazione razziale verso l’etnia cinese, supermercati svaligiati, paura, ansia per le relazioni umane anche nelle zone non bollate come “rosse”. In quello che sembra uno scenario zombie che non ha nulla da invidiare a World War Z, è bene allentare le tensioni psicotiche con l’ironia. Il filosofo Henri Bergson diceva difatti:”Il riso castiga certi difetti pressappoco come la malattia castiga certi eccessi“. A castigare l’ipocondria collettiva hanno provato la Dr.Fake Cabinet in centro a Torino con il progetto “AntiVirus – mascherine d’artista”, e “How to survive a deadly global virus”, progetto fotografico di Max Siedentopf. Due tentativi che hanno in comune la resa artistica dell’ironia come mezzo di esorcizzazione della paura collettiva del contagio. Un tipo di ironia dissacrante che spesso va a contrastare con gli animi più suscettibili e irrazionalmente spaventati della popolazione.

Ridere del coronavirus: “AntiVirus – mascherine d’artista”

Mascherina per il Coronavirus customizzata
Artista che sarà presente alla mostra. fonte: torino.corriere.it

Dal 4 al 16 marzo era in programma l’esposizione delle opere di trenta artisti, quasi tutti torinesi, in occasione della mostra AntiVirus – mascherine d’artista” alla galleria in via San Francesco di Paola Dr. Fake Cabinet. Le opere in questione non sono quadri o sculture contemporanee, ma le mascherine anti-contagio tanto utilizzate per difendersi dal coronavirus. La particolarità sta nella loro customizzazione al fine di creare un’arte che passi tra ironia e paura, tra psicosi e riso. La galleria Dr. Fake Cabinet ha annunciato così la mostra: “Le opere saranno poste in vendita ad un prezzo politico. In questa mostra verrà messa in scena la narrazione estetica di una psicosi generale e i visitatori potranno così venire a contatto con opere che rappresentano un momento specifico della nostra storia, un pezzo di memoria collettiva destinato a durare per sempre“. Una narrazione che mira quindi a smontare gli atteggiamenti psicotici che caratterizzano molti italiani, oggettivati nella corsa all’acquisto delle mascherine o dell’Amuchina.

* Post su Facebook della pagina Dr. Fake il giorno 11 Marzo: “In ottemperanza alle attuali direttive ministeriali DR FAKE Cabinet rimarrà chiuso nei prossimi giorni. Saremo aperti soltanto su appuntamento”

Come sopravvivere a un virus globale: Max Siedentopf

Come sopravvivere al Coronavirus per Max Siedentopf
fonte: tpi.it

Un altro tentativo di ironizzare sull’epidemia del coronavirus è l’insieme di scatti dell’artist-designer tedesco-namibiano Max Siedentopf. Il progetto fotografico, sotto il nome di “How to survive a deadly global virus”, inquadra modelli indossanti strambe e particolarmente creative mascherine anti-virus. L’artistica ridicolizza a priori il concetto stesso di sopravvivenza al coronavirus, come espresso dal titolo sarcastico che tenta di decostruire l’iperbolico allarmismo creatosi attorno al caso virale, diventato una peste bubbonica del nuovo millennio. L’idea non può che affermarsi con l’espressione: il simbolo della paura del contagio, la mascherina, viene rivisitato (e non customizzato così come la Dr.Fake Cabinet) in modo originale. Ecco spiegati gli oggetti di uso comune a mo’ di mascherina per combattere il Coronavirus: un barattolo di nutella, un paio di mutande, una scarpa, una fetta d’insalata o persino un assorbente.

Luca Longo

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