Negli articoli precedenti (vedi Calcio: tattiche e strategie) abbiamo già introdotto il concetto di modulo nel gioco del calcio; ora focalizzeremo nel dettaglio la nostra attenzione su quelle che sono le differenze tra le varie impostazioni di gioco.

Non esiste una vera e propria classificazione dei moduli, ma possiamo evidenziarne elementi di somiglianza/diversità, usando il criterio dell’abbondanza dei reparti, ovvero considerando il numero di calciatori assegnati per ruolo a: difesa, centrocampo e attacco. Prima di proseguire con il nostro focus, è bene ricordare che il portiere dato il suo ruolo stazionario non viene conteggiato nel computo del modulo, per cui la somma dei calciatori in qualsiasi impostazione di gioco sarà sempre di 10; relativa ai 10 giocatori attivi e non stazionari presenti in campo.

Per regolamento (vedi Calcio: le regole del gioco e l’arbitro) il numero di calciatori minimo e necessario affinché si possa disputare una partita è di 7, ciò significa che se in una rosa sono disponibili soltanto 7 giocatori (il resto indisponibili causa infortuni), la partita si disputerà normalmente. Questa però è un’evenienza che nel calcio contemporaneo non si verifica mai, in quanto ogni club ha sempre un settore giovanile da cui attingere calciatori nel caso in cui vi fosse un’esigenza numerica nella prima squadra. Di solito il numero di difensori schierati in campo va da un minimo di 2 ad un massimo di 5, ovviamente sempre escluso il portiere che prende anche nome di estremo difensore; di seguito i moduli più usati nel corso della storia del calcio:

DIFESA a 2

  • 2-3-5: ricordato anche come la piramide (per la sua forma a triangolo capovolto), è stato adottato soprattutto nella prima metà del ‘900 da squadre come: Cambridge, Blackburn Rovers, Genoa, Uruguay e Argentina. E’ caduto in disuso a causa della sua mancanza di equilibrio fra i reparti in un campo di calcio.
  • 2-3-2-3: definito anche come il metodo o come modulo WW (poiché la disposizione in campo dei giocatori ripete la forma di queste due lettere), fu ideato da Vittorio Pozzo negli anni ’30 del secolo scorso; lo adottarono come impostazione di gioco squadre come: Italia, Bologna e Juventus. E’ caduto in disuso a causa di variazioni regolamentari del fuorigioco.

DIFESA a 3

  • 3-3-1-3: conosciuto come il forcone (data la sua tipica forma a tridente), è stato in voga negli anni ’90 e nei primi 10 anni del 2000 in squadre come: Ajax, Argentina, Nacional de Montevideo. Ci sono club che tutt’ora continuano ad utilizzare tale modulo, evolutosi nella forma contemporanea del 3-4-3.
  • 3-3-4: simile al sistema di gioco del metodo (WW), è stato utilizzato a partire dagli anni ’50 da squadre come: Tottenham, Porto, Ajax, Argentina, Cile, Colombia e Cittadella. Nonostante non rappresenti più un modulo dai meccanismi collaudati, è stato il precursore in Europa del calcio totale.
  • 3-4-2-1: poco degno di nota, eccezion fatta per aver introdotto la figura dei tornanti, ovvero una coppia di centrocampisti esterni in grado sia di attaccare che di difendere.
  • 3-4-1-2: con il trequartista dietro le punte è una variante del 3-4-2-1. Viene utilizzato tutt’ora, così come negli anni ’90 ed i primi 10 anni del 2000 seppur da squadre diverse come: Juventus, Brasile, Roma, Milan e Napoli.
  • 3-4-3: è detto anche sistema WM (poiché la disposizione in campo dei giocatori ripete la forma di queste due lettere, soprattutto nella variante del 3-2-2-3) ed è il padre del 3-4-3 moderno. Nato verso la fine degli anni ’80 è stato adottato per tutti gli anni ’90 dal Barcellona, che ne ha affinato gli automatismi tanto che tutt’ora altre squadre ne fanno uso.
  • 3-5-2: è uno dei moduli di gioco tutt’ora più in voga, grazie anche alle sue molteplici varianti. Nell’ultimo trentennio ha fatto le fortune di squadre come: Argentina, Parma, Rangers, Juventus, Perugia, CSKA Mosca e Napoli.
  • 3-6-1: anche se inusuale è molto moderno ed è stato adottato a livello internazionale con squadre di un certo rilievo con interessanti risultati; ne sono testimonianza: Corea del Sud, Australia, Stati Uniti e Liverpool.
  • 3-2-3-2: detto anche sistema MM (poiché la disposizione in campo dei giocatori ripete la forma di queste due lettere) è stato ideato negli anni ’50 da Guztáv Sebes che da allenatore dell’Ungheria è stato uno dei pochi a scegliere questo modulo.
  • 3-5-1-1: è una variante del 3-5-2, con la sostanziale differenza del reparto avanzato, le cui punte, anziché parallelamente si dispongono in verticale con il trequartista a supporto del centravanti. E’ stato introdotto nel mondo del calcio nel primo decennio del 2000, è tutt’ora in voga ed è stato usato da squadre come: Brescia, Udinese e Juventus.
  • 3-4-3: conosciuto come Diagonal (data la sua tipica forma a doppia diagonale barrata) nasce negli come tentativo di superamento dei limiti del sistema WM originario. Tutt’ora in voga, è stato utilizzato negli anni ’30-’40 da squadre come: Arsenal, Torino e Ungheria.

Fabio Palliola

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