La fusione è fatta, Fiat con Fiat Investments in Fca, società di diritto olandese con sede legale ad Amsterdam e sede fiscale a Londra. Si chiude così il rapporto che legava il lingotto a Torino, città natale, il salto di Marchionne sotterra 115 anni di storia.
La nuova società FCA debutta a Wall Street in una seduta debole e non riesce a convincere gli investitori a premiare il titolo Fiat Chrysler Automobiles. Dopo il buon inizio sono cominciate le vendite sul titolo che, però, vivono l’andamento lento e negativo dei mercati tanto che la Borsa di New York chiude con un -1% a 8,91 dollari. In Italia, invece, la Fca a Piazza Affari ha chiuso con un rialzo dell’1,2%.
Da ieri per l’intero Gruppo valgono le regole previste dallo Statuto di Fca e dal diritto olandese, il titolo infatti sarà quotato a Wall Street e Piazza Affari. John Elkan, presidente che ha definito il debutto negli States, su questo ha detto che si è trattato di “un momento storico”, Sergio Marchionne in veste di amministratore delegato ha spiegato che questo “è il culmine del lavoro che abbiamo fatto negli ultimi cinque anni e mezzo per raggiungere un’unione straordinaria”.
Dopo la fusione tra Fiat e Chrysler in Fca cambiano delle regole e diritti per gli azionisti ex-Lingotto. Da oggi non solo si troveranno in mano titoli di un nuovo gruppo con sede a Londra, ma sotto legislazione olandese, le assemblee dovranno spostarsi proprio nei Paesi Bassi, preferibilmente o ad Amsterdaam oppure ad Haarlemmermeer. Chiuso totalmente, quindi, il rapporto con Torino.
E si tratta di un passaggio epocale. Dopo 115 anni la Fiat lascia il capoluogo piemontese e dopo 111 anni il titolo Fiat lascia Piazza Affari per fare posto alla Fca, a partire dal 13 ottobre 2014. Ma se sul piano teorico c’è un cambiamento molto grande, dal punto di vista tecnico cambia poco per gli investitori e per la stessa Fca: la Fiat controllava già il 100% di Chrysler. E’ il segno dei tempi, è il libero mercato.
Luca Mullanu