Ancora una volta l’ombra della camorra sugli appalti delle opere pubbliche campane.
Questa mattina la Dda di Napoli e la Guardia di Finanza hanno emesso un’ordinanza di custodia cautelare per 69 personaggi del mondo della politica, dell’imprenditoria e dell’Università Federico II e affiliati al Clan Zagaria.
L’inchiesta condotta a Santa Maria Capua Vetere sulle infiltrazioni camorristiche e sulle tangenti per garantire l’appalto della ristrutturazione dello storico Palazzo Teti Maffuccini, ha condotto a un vasto sistema che pilotava numerosi appalti tra le province di Napoli e Caserta.
Come per le indagini sul presidente del PD campano, Stefano Graziano – poi prosciolto da ogni accusa, che hanno portato all’arresto del sindaco democratico della città calena, Biagio Di Muro, compaiono nuovamente sul registro degli indagati i nomi di Alessandro Zagaria e Guglielmo La Regina.
In particolare è quest’ultimo, rappresentante legale della Archicons Srl, a capo di una cupola, al punto che si inizia a parlare di un “sistema La Regina” e a conferire il nome “The Queen” all’inchiesta.
L’ingegnere La Regina era la mente criminale, che si serviva di diversi intermediari presso le stazioni appaltanti: due imprenditori di Casal Di Principe e Alessandro Zagaria, omonimo e referente del clan casalese, che aveva rapporti diretti con i funzionari e politici tra l’Area Nord di Napoli e il basso Casertano, che concludeva accordi per ditte a loro vicine, in cambio di mazzette.
Tra i destinatari delle misure cautelari figura il nome di Pasquale Sommese (Nuovo Centrodestra), ex-demitiano ed ex-Assessore al Turismo per la Regione Campania, che al momento della lettura dell’ordinanza avrebbe accusato un malore.
Sommese, già indagato per vicende legate ad assegnazioni sospette di appalti, è sotto accusa per essersi prodigato a garantire il finanziamento di un appalto nel Comune di Cicciano con finanziamenti regionali.
Altra contestazione è sugli appalti per i padiglioni 7 e 8 della Mostra d’Oltremare nel maggio 2016 e, in qualità di referente politico, per l’affidamento dei lavori, insieme a un suo collaboratore, del progetto archeologico “Le Porte dei Parchi”, riguardante i comuni di Francolise, Alife, Rocca d’Evandro e Calvi Risorta.
Filo conduttore dell’inchiesta “The Queen” è la faccendiera Loredana Di Giovanni, collaboratrice di giustizia dall’aprile 2016, in occasione dell’inchiesta sui lavori di Palazzo Teti.
Di Giovanni, originaria di Mugnano di Napoli, assolveva alla stessa funzione di Alessandro Zagaria ed è nota agli inquirenti per aver portato voti a Sommese.
Altri “arresti eccellenti” riguardano Adele Campanelli, dal 2010 alla guida della Soprintendenza Archeologica, e Claudio Borrelli, direttore Adisu. Altre ordinanze di custodia sono state emesse per gli ex-sindaci di Casapulla (città risaltata alla cronaca per essere stata sotto l’influenza del padrino Michele Zagaria) Ferdinando Bosco, padre del consigliere regionale Luigi, di San Giorgio a Cremano, Domenico Giorgiano e di Pompei, Claudio D’Alessio, entrambi Pd.
Sotto la lente delle indagini dei PM Catello Maresca, Maurizio Giordano, Luigi Landolfi, Gloria Sanseverino e Alessandro D’Alessio, coordinate dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, anche il primo cittadino di Aversa, Enrico De Cristofaro: all’ex-Presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Caserta sarebbero stati contestati i fatti risalenti agli interventi per per “Le Porte dei Parchi”, per i quali era stato arrestato con Sommese, avvenuti durante la sua presidenza.
I reati contestati agli arrestati riguardano turbativa d’asta, corruzione e concorso esterno in associazioni mafiosa, commessi in un vasto territorio da Casoria fino a Piedimonte Matese.
Dall’inchiesta “The Queen” è possibile osservare, indipendentemente dall’esito delle indagini, come la classe dirigente campana è sempre più espressione diretta della camorra che si sta elevando a nuova borghesia imprenditoriale della Campania e principale volano di sviluppo della Regione; inoltre si noti come i settori sui quali le associazioni dei consumatori e poche realtà imprenditoriali virtuose hanno sempre posto l’accento, ovvero il nostro immenso patrimonio archeologico e culturale, vocazione naturale di un territorio vessato da un’economia malata che ha avuto le conseguenze più devastanti nelle vicende della Terra dei Fuochi.
Infine, basti notare come molti degli indagati siano esponenti dei partiti di maggioranza, le cui vicende spiegano il perché della presentazione ciclica, alle Camere, di disegni di legge che vogliano frenare l’operato della Magistratura, pesantemente sotto attacco negli ultimi 20 anni: risalire al “sistema La Regina” sarebbe stato arduo senza le intercettazioni ambientali nello studio dell’ingegnere.
Eduardo Danzet