Ci troviamo di nuovo a commentare l’ennesimo episodio di matrice terrorista, che ha colpito ancora una volta la Francia, uno stato dove qualsiasi progetto di integrazione rischia adesso di diventare una triste chimera.

È persino difficile scrivere qualcosa sull’orrenda mattanza di Nizza, timorosi come siamo di aggiungere una nuova banalità nell’oceano di commenti che in queste ore piovono sui social network.

I social che rappresentano l’agorà del ventunesimo secolo, dove siamo soliti darci appuntamento per commentare qualsiasi cosa, dal risultato di una partita di calcio a un fatto di cronaca.
In realtà non c’è molto da rimproverare a coloro i quali  ognuno con differente sensibilità ed estrazione culturale, ma tutti con una conoscenza frammentaria e parziale dell’accaduto , decidono di gridare il proprio sdegno nell’unico luogo, seppur virtuale, dove possono (o sperano di) essere sentiti.

Bisognerebbe prendersela, piuttosto, con chi ha creato tutto questo, e l’ironia della sorte ha fatto sì che questa nuova tragedia accadesse proprio una settimana dopo la pubblicazione del rapporto Chilcot, che ha smascherato gli errori politici di Tony Blair e Bush figlio nella politica estera dell’Occidente negli anni 2000, il punto di partenza, la matrice – se ve n’è davvero una – della situazione geopolitica attuale.

È il momento delle domande. Verrebbe da chiedersi, ad esempio, quale forza sovrumana – o disumana, che dir si voglia – possa spingere un uomo nel fiore degli anni a guidare un camion in mezzo a una folla festante al solo scopo di uccidere quanti più nemici (ma nemici di chi, poi?) possibile, come fosse un videogioco cruento.

Ci si potrebbe chiedere, ancora, se i tempi in cui viviamo siano davvero l’espressione più piena della modernità, o stiano diventando piuttosto solo un avvilente revival dei secoli bui, fatto di superstizioni, credenze, dèi bellicosi per i quali morire con settantadue vergini pronte ad accogliere i martiri.

Ragionare sul passato, tuttavia, potrebbe non aiutarci a risolvere i problemi del presente: a giudicare l’attentato di Nizza saranno le commissioni d’inchiesta e, se del caso, i tribunali internazionali.

Non è neanche il momento delle riflessioni, degli appelli e tantomeno dei finti messaggi di cordoglio da parte delle istituzioni. Ogni volta, è sempre lo stesso nauseante disco rotto.

Il mondo civilizzato attende una presa di posizione immediata da chi lo gestisce.

E magari, fateci il favore, agite senza coinvolgere le divinità, perché questo schifo è opera dell’uomo, che da millenni si diverte a stuprare i precetti di questo o quel libro sacro, sempre e soltanto per il suo bieco tornaconto.

Carlo Rombolà

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