Negli scorsi giorni si è sentito parlare di forti migrazioni clandestine a largo delle coste indonesiane. Circa 1600 persone sono partite da Birmania, Bangladesh e Malesia in cerca di fortuna, ma sono state abbandonate in mare e i trafficanti che avevano organizzato il viaggio sono scappati su altre imbarcazioni. 1018 sono fortunatamente arrivate a destinazione, mentre il resto ha perso la vita durante questo esodo. Alcuni di loro erano di origine bengalese, altri di etnia Rohingya.
Ma chi sono quest’ultimi? I Rohingya sono una delle 135 etnie della Birmania/Myanmar. Essi, circa un milione di persone, vivono nella parte occidentale del paese, sono di religione musulmana e da decenni sono vittime di discriminazione e persecuzioni da parte della giunta militare al potere e malvisti dalla popolazione locale.
Quali sono i motivi di quest’odio? La popolazione locale e il Governo giudicano quest’etnia come migranti dell’epoca coloniale britannica dal nord dell’India al Bangladesh a causa della loro religione e del dialetto differente.
È proprio la loro fede musulmana la miccia che ha scatenato l’odio verso i Rohingya, che a detta dell’ONU sono la minoranza più odiata e perseguitata al mondo. Essi sono trattati alla stregua di un “popolo fantasma”.
I problemi per questa minoranza sono iniziati nel lontano diciottesimo secolo. Tra il 1784 e il 1826 i birmani invasero l’Arakan, lo stato della Birmania occidentale in cui vivevano. Con le guerre tra birmani e inglesi la loro condizione è peggiorata e nel 1984 i birmani si sono rifiutati di conceder loro il diritto sulle loro terre. Successivamente furono perseguitati dal governo birmano e, tramite una legge apposita, furono considerati apolidi a tutti gli effetti. Oggigiorno la Birmania nega ai Rohingya, oltre alla cittadinanza, contratti di lavoro e un’istruzione per i loro figli.
Ecco perché negli ultimi tre anni i membri di questa etnia sono scappati a migliaia nei paesi confinanti a bordo di navi illegali, gestite da trafficanti privi di scrupoli. Chi si occuperà di fornire gli aiuti necessari a questa comunità ormai da anni in balia di povertà e discriminazione? L’islamica penisola arabica, impegnata in giochi geopolitici, o i paesi occidentali, che non si sono neppure degnati di fornire informazioni adeguate su di loro?
Vincenzo Nicoletti