La manovra economica presentata da Renzi ieri ha messo in allarme le regioni, che si vedono tagliare altri fondi, con tutte le perplessità che traspaiono dalle parole di Sergio Chiamparino, presidente della conferenza delle Regioni:
“La manovra è insostenibile per le Regioni a meno di non incidere sulla spesa sanitaria o compensare con nuove entrate”
La legge di stabilità, secondo il Presidente della Regione Piemonte “incrina il rapporto che dovrebbe essere di lealtà istituzionale e di pari dignità istituzionale tra enti dello Stato”, anche se, Chiamparino, lascia trasparire la possibilità che si potrebbe ancora evitare problemi per le regioni, potendoci essere “un incontro urgente per affrontare queste problematiche e per cercare una soluzione che consenta di rendere sostenibile a tutti una manovra che non può essere scaricata solo sulle Regioni”
Il governo, comunque, ha risposto subito all’accusa di Chiamparino, con il sottosegretario Graziano Delrio che dichiara “sono in corso anche in questi giorni tavoli di lavoro del Governo con le Regioni” allo scopo di “proseguire in un patto di autonomia e responsabilità, tra governo centrale e regioni, per i cittadini e la soluzione dei problemi dei territori” ma, l’ex sindaco di Torino, smentisce l’affermazione del governo:
“Io non so quali sono questi tavoli, non sono un affezionato dei tavoli a Palazzo Chigi”.
Alza il tiro, Chiamparino, visto la sua assoluta contrarietà all’aumento di tasse:
“Piuttosto che aumentare l’Irap lascio l’incarico: farlo significherebbe dare un colpo mortale all’economia. Nessuno di noi vuole” e “siamo consapevoli che il sistema paese ha bisogna del contrario“.
Ancora non si sa, però, quali saranno i tagli precisi e quale peso avranno al bilancio delle regioni, come espresso sempre da Chiamparino:
“Non abbiamo fatto dei calcoli, mi sono permesso di lanciare un allarme su sanità e trasporto pubblico. Crediamo che in una logica di collaborazione sono possibili correzioni per evitare aumenti“.
Anche altri governatori hanno dichiarato assieme a Chiamparino la criticità dei tagli alle regioni, vedendo, ad esempio, Maroni, presidente della Regione Lombardia, che ha dichiarato, in una nota:
“Ci sono quattro miliardi di tagli alle Regioni, due dei quali sono i nuovi fondi alla sanità datici a luglio, che adesso sarebbero inopinatamente tagliati” e “Non è che il governo può prima fare un accordo e poi togliere di mezzo questo accordo senza coinvolgere chi ha firmato”.
Zingaretti, presidente della Regione Lazio, ha dichiarato amareggiato:
“È semplice abbassare le tasse con i soldi degli altri. Le Regioni sono chiamate ora a finanziare scelte che non abbiamo preso noi ma il governo, al raggiungimento di obiettivi di finanza pubblica dettati dall’Unione europea” e che nessuna riduzione di tasse sarebbe possibile, visto che “se passassero questi tagli i cittadini vedrebbero vanificata l’ipotesi di abbassare le tasse perché i soldi finanziano altre scelte di politica economica“
Fabio Scala