Domani si ricomincia. Il Napoli prova a rialzare la testa contro la Spal, dopo la brutta partita di giovedì col Lipsia. La squadra di Sarri è stata bersaglio di numerose critiche, più che da parte di una frangia di tifosi, soprattutto da una parte cospicua di opinionisti che non hanno affatto gradito la prestazione in Europa League. Gli azzurri sono apparsi una squadra di “lavoratori” per dirla alla Sarri, incapace di divertirsi e divertire, come invece accade in campionato.

Amadou Diawara

LA PRESTAZIONE –  Non è stato il miglior Napoli dell’era Sarri. Anzi a dirla tutta è stato uno dei peggiori. Gol di Ounas a parte, gli azzurri hanno  concesso circa quindici tiri  ai tedeschi, una media che raramente nel triennio Sarriano si era vista. È emersa, inoltre, una lunghezza tra i reparti del tutto atipica e, soprattutto, non si è visto quel pressing alto e deciso, che quest’anno è risultato uno dei punti di forza dei ragazzi azzurri. Per dirla alla Sarri “Non c’era fame” .Werner e compagni hanno difeso e attaccato con troppa tranquillità, nonostante i richiami di Reina e i rimproveri di Sarri. Quest’ultimo è apparso visibilmente deluso sia a fine gara che subito dopo i gol dei tedeschi. Le sue parole in conferenza stampa sono state emblematiche: “Si doveva fare di più. Era obbligatorio fare di più. Sono deluso da chi ha giocato meno così come sono deluso da chi ha giocato di più e quando è andato dentro. Non ho visto entusiasmo nei primi, mentre non ho visto le certezze negli occhi di quelli che giocano di più in campionato. Si dovevano unire i due aspetti. Abbiamo fatto una partita deludente e questo non è una mentalità da grande squadra. Quando si va in campo in Europa si rappresenta una maglia che magari non ha vinto molta, ma che comunque è una maglia storica. Bisognava scendere in campo con un’altra mentalità quindi sono deluso”.  Parole che suonano anche come una risposta a chi ha parlato di un Napoli talmente consapevole dei propri mezzi, da porsi addirittura dei limiti, capace sulla carta di poter vincere questa competizione, ma incapace di poterla affrontare al cento per cento con una rosa così corta. Di certo nulla è perduto, anche se molto è compromesso visto che adesso in Germania servirà un 3-0 per passare il turno.

I SINGOLI –  Si perde tutti insieme e si vince tutti insieme. Questo appare un punto fondamentale della filosofia sarriana, che ha portato il Napoli a grandi livelli. Tuttavia la prestazione negativa di alcuni calciatori – Diawara e Rog su tutti – da cui ci si aspettava di più è stata determinante ai fini del risultato. Il guineano sembrava un lontano cugino dell’ottimo giocatore dell’anno scorso, capace di giocare ottimamente sia in orizzontale che in verticale. Al Napoli la sua fisicità e la sua tranquillità stanno mancando. Non è più (almeno per il momento) quel giocatore spavaldo in grado di impressionare il Bernabeu e i giocatori del Real Madrid. Da due palle perse (un passaggio sbagliato e un tiro ribattuto) è nato uno dei gol dell’avversario, la cui bella prestazione va comunque tenuta in considerazione. Il croato non è riuscito ad esprimere al meglio le sue doti tecniche. L’unica nota positiva di una prestazione al di sotto delle aspettative è il buon assist per Ounas che finalmente si è sbloccato. Apparsi sottotono anche i subentrati. Il destro di Insigne svirgolato è stato forse la fotografia della partita, che certifica la differenza tra il Napoli europeo e quello italiano. Allan e Mario Rui al contempo non sono riusciti ad offrire alla squadra quelle certezze di cui aveva bisogno.

Zielinski
Zielinski

NOTE POSITIVE – Nella sua peggior partita, ha trovato un gol da urlo. Adam Ounas finalmente ha spezzato la maledizione ed è riuscito a sbloccarsi con la maglia azzurra, nonostante un’apparizione meno brillante e meno spettacolare di quelle ammirate fino ad ora, come ad esempio quella contro l’Atalanta, in cui l’algerino aveva mostrato gran parte del suo talento. Tra tante note stonate, sicuramente il suo gol ha rappresentato un punto importante da cui ripartire e, soprattutto, un messaggio squillante per le orecchie di Sarri, che adesso sa di poter contare anche su di lui. Da segnalare la prestazione di Zielinski, apparso davvero in gran forma. Se il suo ingresso aveva cambiato la partita con la Lazio, questa volta la sua presenza è servita a creare il panico nei difensori avversari. I suoi dribbling, i suoi tagli sono stati l’incubo della difesa del Lipsia, ma non è seguito a dovere dai compagni.

TIFOSI – Il San Paolo era freddo e non solo per le temperature polari di questa settimana. Pochi, pochissimi tifosi per uno stadio che di norma in queste circostanze registra sempre ottimi incassi, eloquente immagine di quale sia probabilmente l’obiettivo principale dalle parti del Vesuvio, almeno per buona parte della tifoseria. In un San Paolo atipicamente deserto è apparso un atipico Napoli. Meno di diecimila spettatori ad assistere ad una delle partite più brutte dell’era sarriana. A queste diecimila persone, però, vanno fatti i complimenti, poiché emblema di un pubblico corretto, che ha incitato i suoi beniamini dal primo all’ultimo minuto, evitando i fischi e sostenendoli anche dopo una prestazione non proprio esaltante.

RIPARTIRE DALLA SPAL – Nonostante il risultato parli chiaro è troppo presto per parlare di eliminazione ormai certa. Gli azzurri possono in linea teorica compiere un’impresa, che nel caso avvenisse sarebbe clamorosa quasi quanto il 6-1 di Barcellona – PSG  della scorsa stagione. Sarri non ci sta, vuole vincere o quantomeno uscire con dignità, perché la competizione è importante esattamente come i colori che rappresenta e ai quali si sente legatissimo. Sarà importante, tuttavia, rispondere già dalla partita con la Spal, che all’andata fece già penare gli Azzurri, usciti vincitori da Ferrara grazie ad una super prestazione di Ghoulam, affinché si allontanino i cattivi pensieri.

Fonte immagini in evidenza: Liberopensiero.eu

Giovanni Ruoppo

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