Dal riscaldamento climatico ad una forte critica alla finanza, passando per tecnocrazia e decrescita: l’ enciclica di Papa Francesco che verrà ufficialmente presentata domani promette di fare scalpore.

Il testo si chiamerà Laudato si’ e sarà composto di 191 pagine divise in sei capitoli.
Un’ambigua fuoriuscita di informazioni dalla Santa Sede ha permesso a L’Espresso di prendere possesso del contenuto di una bozza, e le motivazioni dietro tale “spifferata” sono ancora sconosciute. Alcune voci assicurano sia stata opera degli ambienti più conservatori del Vaticano, dato che la forte critica del papa alle basi del moderno sistema capitalista potrebbe attirare l’ostilità di molti. Quindi meglio far circolare la bozza da subito, per ridurre l’impatto mediatico della presentazione di domani.
Ma cosa ha di così sovversivo l’enciclica del pontefice da causare addirittura un tentativo di boicottaggio? In primo luogo la materia trattata.

Si poteva già intuire che Francesco non avrebbe parlato di ecologia nei termini di “sora luna” e “frate vento”, come sembrava suggerire il titolo dell’enciclica. Nient’affatto, ecologia vuol dire economia, e il pontefice più che uno slancio solidale auspica uno slancio riformista.
È questa la principale novità della conduzione di Francesco, finora mai così chiara come in questa enciclica, “va bene la solidarietà, ma per cambiare veramente le cose non basta”.
E così, per quanto riguarda il «preoccupante riscaldamento del sistema climatico», il suggerimento non è quello di prendere meno l’automobile, ma politiche per ridurre «drasticamente» le emissioni di anidride carbonica e degli altri gas inquinanti. Se si parla della «povertà di acqua pubblica», il consiglio non è di stare attenti al lavandino che sgocciola, o anche di donare 1 euro per il Congo, il vero monito è per chi l’acqua vorrebbe privatizzarla, rendendola «merce soggetta alle leggi del mercato».
Perché la «tecnologia basata sui combustibili fossili» va «sostituita progressivamente senza indugio», e i «vertici mondiali sull’ambiente degli ultimi anni non hanno risposto alle aspettative».
Insomma una critica feroce, quasi un manifesto che porti ad una nuova resistenza, «una resistenza di fronte all’avanzare del paradigma tecnocratico».
Francesco sa che scienza e tecnologia «sono un prodotto meraviglioso della creatività umana», ma sa anche che «coloro che detengono la conoscenza e soprattutto il potere economico» hanno un «dominio impressionante sull’insieme del genere umano».
Inoltre «il salvataggio a ogni costo delle banche, facendo pagare il prezzo alla popolazione, senza la ferma decisione di rivedere e riformare l’intero sistema, riafferma un dominio assoluto della finanza».
L’appuntamento per la presentazione è fissato a domani, ne vedremo delle belle.

Valerio Santori

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